26-11-2015 ore 20:22 | Politica - Spino d'Adda
di Andrea Galvani

Spino d'Adda. Paolo Riccaboni sulla fusione tra LGH ed A2A: dal piano industriale alla tutela dei piccoli azionisti

“LGH-A2A s’ha da fare? È all’ordine del giorno la proposta di ‘partnership’ tra la seconda e la prima società di servizi - rifiuti, idrico, energia, gas - lombarde. Potrebbe sembrare tema per iniziati - commenta il sindaco di Spino d'Adda, Paolo Riccaboni - ma sono queste le scelte che hanno maggiore incidenza su territorio e cittadini”.

 

L'1 per mille

“Posto che LGH è partecipata dai comuni di Cremona, Pavia, Lodi, Crema e molti altri, tra cui indirettamente Spino, sul quesito consegno il punto di vista di un sindaco che rappresenta il 3% del 65% del 9% del capitale, vale a dire l’uno e rotti per mille, attraverso una matrioska che coinvolge quattro soggetti: Linea Group Holding, SCS, SCRP, Comune. Quattro sono i principali punti di attenzione: prezzo, governance, piano industriale e, mai purtroppo evidenziata, tutela degli azionisti di minoranza”.
 

Prezzo da accettare”
“Per LGH il prezzo è da accettare vista l’incapacità manifesta di uscire dallo stallo che sta penalizzando da un anno e mezzo gli indici reddituali e patrimoniali, causata dall’ignavia e litigiosità dei grandi azionisti, quasi tutti dello stesso colore, con progressiva e inarrestabile perdita di valore. Per SCS, holding di partecipazioni, la vendita è utile, soprattutto a Crema, per superare i limiti di governance che la fanno già oggi ostaggio di Cremona, Lodi, Pavia e Franciacorta. L’operazione permetterebbe poi d’incassare soldi e diluire il rischio su due partecipazioni invece che una. Se ipotizziamo infatti un pagamento parte cassa e parte azioni, il 9% di LGH diventerebbe il 4.5% e vi si aggiungerebbero più di 5 milioni in contanti e 4 milioni di azioni A2A che genererebbero 150 mila euro di dividendi all’anno”.

 

Piccoli azionisti
“Per SCRP, holding operativa, l’attenzione deve andare al rispetto del piano industriale, con valorizzazione dell’impianto di Biofor, del capitale umano di Linea Ambiente, del servizio d’igiene urbana. Per il piccolo azionista però invoco la parità di trattamento: gli stessi soldi, dovranno entrare nei bilanci dei comuni grandissimi come Cremona grandi come Crema piccoli come Spino, oppure nessuno ed essere utilizzati per progetti condivisi di territorio”.

 

Crescita armoniosa

“Solo con queste attenzioni – sostiene Riccaboni - è tollerabile questa vendita parziale, mimetizzata da alleanza, a un prezzo scontato dall’incapacità di governo. Altrimenti meglio forse una vendita totale, al miglior offerente, che spazzi via le paralizzanti ingerenze e inazioni politiche, responsabili della scomparsa di quella che era l’unica ipotesi per LGH solo un anno e mezzo addietro: la fedeltà al territorio con una crescita armoniosa senza cessione di maggioranza pubblica. S’ha da fare dunque, sperando che la brutta politica che esce dalla porta non rientri dalla finestra e rovini ancora una volta tutto”.

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