26-11-2014 ore 10:07 | Politica - Crema
di Angelo Tagliani

Crema. Centro culturale arabo, il centrodestra "blocca" la variante al Pgt e chiede una consultazione popolare

In un documento redatto e controfirmato dai consiglieri di minoranza arriva la richiesta al sindaco Stefania Bonaldi “di non procedere a varianti urbanistiche finalizzate a prevedere ulteriori nuovi spazi di culto rispetto a quelli già previsti”. Inoltre, al presidente del Consiglio comunale Vincenzo Cappelli si chiede “di calendarizzare un Consiglio comunale aperto propedeutico all’avvio di una consultazione popolare democratica che consenta ai cremaschi di esprimersi su un tema tanto sensibile e cruciale per la città, come quello relativo ad una eventuale costruzione di una moschea, musallah o Centro culturale arabo”.

 

Situazioni di pericolo

Come premettono Antonio Agazzi, Renato Ancorotti, Tino Arpini, Simone Beretta, Alesssandro Boldi, Christian Di Feo, Paolo Patrini, Alberto Torazzi e Laura Zanibelli, “l’attuale maggioranza consiliare di centro sinistra intende dar corso alla richiesta di realizzare a Crema una moschea, musallah o centro culturale arabo, rilevato che l’esperienza di moschee e/o centri culturali arabi in Lombardia, in particolare in provincia di Cremona, ha originato, a volte, situazioni di pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini”.

 

Il dovere degli stranieri

Secondo il centrodestra “chi arriva in un Paese straniero ha il dovere di conoscere e rispettare la cultura, le tradizioni e le regole ivi vigenti, ritenuto opportuno, inoltre, che la multiculturalità non debba portare al rischio di un offuscamento dei nostri valori, ma piuttosto, miri al rafforzamento e al miglior approfondimento delle nostre radici giudaico-cristiane”. Inoltre, “la Giunta Bonaldi intende portare in discussione, al Consiglio comunale, la variante PGT funzionale a trovare allocazione alla moschea-musallah-Centro culturale arabo, obiettivo programmatico, per altro, taciuto ai cremaschi nel corso dell’ultima campagna elettorale amministrativa”.

 

L'ormai evidente contrarietà

I consiglieri di minoranza ritengono “verificata l’ormai evidente contrarietà di gran parte della città e del territorio rispetto a tale ipotesi, nella convinzione che una simile scelta, avente carattere di irreversibilità, non possa e non debba essere assunta prescindendo dalla messa in atto di una forma di consultazione popolare la quale certifichi il sentire comune dei nostri concittadini”. Non solo, è “appurato che ben altre sono le priorità del territorio cremasco, ovvero la sicurezza, lo sviluppo, l’occupazione, la detassazione per famiglie e imprese, attanagliate da crisi, tasse e stretta creditizia, ravvisato che i cristiani, in alcuni Paesi islamici, sono oggetto di brutali persecuzioni, torture, massacri, pulizie etniche, in nome di un fanatismo che rischia di esplodere anche in Italia, visto che, in Italia, mancano accordi concordatari e/o intese con l’Islam, simili a quelli che intercorrono con tutte le altre confessioni religiose, al fine di regolamentare i vari aspetti della vita civica su cui impattano le varie fedi, nel quadro di riferimento sancito dall’art. 19 della Costituzione”.

 

L'attuale fase storica

In conclusione si sottolinea “la criticità dell’attuale fase storica, la quale suggerirebbe di evitare, a Crema, unilaterali fughe in avanti che potrebbero dividere ulteriormente una comunità che mai ha negato, per altro, la possibilità a chiunque di praticare liberamente il proprio culto, concedendo anche appositi spazi pubblici, sotto il controllo delle autorità preposte a garanzia dell’ordine e della sicurezza”. Firmato: Forza Italia, Lega Nord, Nuovo Centro Destra, Unione di Centro, Fratelli d’Italia, Solo cose buone per Crema, Servire il cittadino.

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