26-08-2016 ore 12:42 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. Il rinnovamento dei partiti e la deriva del Consiglio impolitico. Emilio Guerini, Pd: “manca una visione generale”

“Il Consiglio comunale è l’espressione politica della città; ogni momento storico ha avuto il suo. Forse, quello odierno è il più impolitico di tutti”. Ad affermarlo è Emilio Guerini, consigliere comunale di maggioranza con più di 20 anni di sedute all’attivo. Per Guerini tutto parte da un lungo processo di “delegittimazione della classe politica, oggi vista come un nugolo di ladri, scavezzacolli e arruffapopoli, che ha portato a far scappare i migliori della città”.

 

Consigliere, vede solo ripercussioni negative?

“Abbastanza negative, direi. Il problema maggiore è che chi oggi si avvicina alla vita amministrativa non ha una visione politica generale. Vede per lo più piccoli aspetti, una porzione dell’insieme complesso degli interessi cittadini. Anche nelle precedenti amministrazioni c’era chi si occupava di aspetti particolari, ma in un orizzonte più esteso”.

 

Cos’è cambiato da allora?

“La classe dirigente era selezionata dai partiti. Chi oggi crede che i partiti non siano fondamentali non è ancora riuscito a fornire alternative credibili. Il Consiglio fa sintesi della società, che premia persone vanesie e bravi urlatori. Le organizzazioni partitiche servivano anche a dare una preparazione a chi poi avrebbe assunto un ruolo in sala degli Ostaggi, conscio del fatto che gli interessi in gioco ci sono sempre stati e sempre ci saranno”.

 

Significa che gli equilibri non sono mai cambiati?

“Una volta la composizione di sala degli Ostaggio aveva più aderenza all’organizzazione della comunità. In Consiglio, da una parte, sedevano industriali ed imprenditori, dall’altra quella che veniva chiamata classe operaia. La sala consiliare era il luogo della sintesi. Oggi mediare è più difficile, perché i consiglieri rappresentano nicchie di interessi”.

 

Il Consiglio il dialogo è ancora possibile?

“Sembra sia saltato, ormai. Siamo a fine legislatura e il più grosso è già stato fatto: dalla razionalizzazione delle partecipate, all’indirizzo sull’area vasta, passando per la variante al Pgt. Il dialogo in maggioranza andava impostato all’inizio; la minoranza, invece, non ha voluto partecipare a nulla: si è imboscata nella polemica facile e solo ora, dopo essersi resi conto che Stefania Bonaldi è ancora il candidato favorito, assumono un atteggiamento conciliante”.

 

Quali saranno le priorità dei prossimi 10 mesi?

“Dovremo chiudere le pratiche in atto, senza inventare nulla. Usare la lente d’ingrandimento per capire come accelerare le procedure rimanendo nei tempi prefissati. In questi anni è stato fatto un gran lavoro per reperire risorse e per ottimizzare le spese. Ognuno, ora, deve tornare a lavorare nel proprio piccolo, senza cercare visibilità e lamentarsi quando non riesce a guadagnarsene”.

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