26-07-2016 ore 20:07 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Scuole dell'infanzia paritarie, difficile convenzione. Frizione in consiglio comunale sulle tariffe legate all’Isee

Piatto forte del consiglio comunale odierno - in un'aula bollente - la discussione della nuova convenzione tra il comune di Crema e le scuole paritarie dell’infanzia, passato a larghissima maggioranza, con il voto favorevole bipartisan di 18 consiglieri e l’astensione dei 2 consiglieri di Rifondazione comunista. Venendo subito al dunque, come spiegato dall'assessore all'istruzione Attilio Galmozzi (nell'immagine), il Comune riconosce l’importanza e l’essenzialità dell’attività svolta dalle scuole dell’infanzia paritarie e quindi “destinerà per il triennio scolastico 2016/2019 la somma di 910 euro - prima erano 880 euro - per ogni alunno residente in proporzione al tempo di frequenza effettiva”. Per ogni anno di validità della convenzione – non più quinquennale ma triennale con rinnovo uno più uno - sarà possibile un ulteriore adeguamento della quota sopra riportata a seguito della valutazione dell’effettiva incidenza della percentuale Istat indicante il tasso di incremento del costo della vita. Alle scuole di periferia – santa Maria, san Bernardino ed Ombriano – andrà un contributo di 4 mila euro l’anno dato il fondamentale servizio che svolgono e le difficoltà contingenti.

 

L’articolo 10

Particolarmente interessante il dibattito attorno all’articolo 10: “Le tariffe relative al servizio erogato dalla scuola dell’infanzia saranno definite dalla scuola stessa. Le scuole paritarie si impegnano inoltre entro il termine della presente convenzione ad applicare un piano tariffario differenziato per l'utenza, sulla scorta dell'indicatore economico (ISEE) garantendo l'accesso anche alle famiglie meno abbienti”. Innervosito Simone Beretta, Forza Italia: “perché devo imporre alla materna paritaria delle rette? Le decidono loro le rette”. Se si vuole mettere obbligatorio la presentazione dell’Isee “si deve scrivere che quello che manca ce lo mette il Comune e non si può pretendere che la scuola paritaria poi vada in giro a recuperare quello che manca. Questo configura un danno e non ci credo che le scuole paritarie lo hanno accettato, sono state aggiunte tre righe dopo le commissioni comunali”.


Il piano tariffario differenziato

Per Rifondazione comunista Lucia Piloni ha espresso la propria contrarietà al finanziamento pubblico a pioggia delle scuole private, chiedendo di destinare le risorse dello Stato al miglioramento degli istituti pubblici. Rischiamo di dare fondi salva enti senza verificare la qualità del servizio. L’articolo 10 è finito nel mirino di Laura Zanibelli, Ncd (nell'immagine sotto con Beretta), che ha chiesto di riportare la convenzione in commissione e criticato il termine dei 3 anni, giudicato troppo risicato. L’assessore Galmozzi ha aperto alla possibilità di verificare la sostenibilità della convenzione nella commissione comunale dedicata alle scuole paritarie: “la raccomandazione era di applicare un piano tariffario differenziato per uniformare il metodo di contribuzione, come già fatto anche per le scuole pubbliche. Mi rendo conto che per alcune scuole, se fosse perentorio (l’articolo 10), sarebbe un’enorme difficoltà, quindi sono disponibile alla verifica”. L’esponente di centrodestra ha espresso critiche ad altre novità introdotte dal nuovo regolamento: “Si chiede un bilancio standardizzato a queste scuole, ne capisco la logica, ma chiedo che il bilancio venga chiesto a tutte le realtà associative e no che firmano una convenzione con il Comune, in particolare in ambito culturale. Alle scuole come queste che rappresentano un servizio di utilità per la cittadinanza, altrimenti non presenti in alcune parte della città”. In sostanza, “più si va a controllare realtà che tanto bene fanno per la città, tanto male si va a fare alla città”. Nella precedente convenzione erano previsti un fondo di solidarietà ed uno progettuale a partire dal terzo anno, “era un incentivo che è stato abolito”.

 

Buona ma non troppo

Per Matteo Gramignoli, Patto civico, la convenzione è molto buona, in particolare per i bilanci standardizzati: “alcune scuole, abbiamo visto in commissione, hanno presentato un semplice resoconto. Positivo che si uniformi la presentazione delle attività svolte durante l’anno”. Ci rincuora “l’aumento del contributo, in particolare per le scuole paritarie di periferia”. Criticato invece l’articolo 10 e l’obbligo Isee, “da stralciare ed eventualmente integrare in commissione”. Insomma, buona convenzione, ma non troppo.


Il dibattito vetero

“Ho assistito ad un dibattito vetero” ha sbottato Antonio Agazzi, Servire il cittadino (nell'immagine): “è evidente la questione politica che Rifondazione comunista pone al resto della maggioranza”. Ovvero che “le scuole cattoliche sono mal sopportate” e invece “andrebbero ringraziate perché se non ci fossero il sistema educativo andrebbe a gambe all’aria” e “sono costrette a rispettare standard qualitativi che altrove non vengono rispettati”. Dopo una breve pausa, i capigruppo hanno deciso di modificare l’articolo 10 e l’articolo 16, togliendo nel primo caso l’obbligo di tariffazione differenziata e nel secondo – riguardante il rinnovo della convenzione – la possibilità di rinnovo con delibera di Giunta, senza passare dal consiglio comunale.

 

Bilancio pubblico e trasparente

Teresa Caso, Partito democratico ha allontanato l’idea di un intento punitivo, come sostenuto da Agazzi: “si parte da un punto condiviso, ovvero dalla preoccupazione che nessun bambino venga escluso dalle scuole per l’infanzia. Se non ci fossero le scuole paritarie, non sarebbe garantito il diritto a tutti; da qui siamo partiti”, con un incremento del 3% per tutte le scuole e un incremento nelle scuole di periferia. La sostanza è: “abbiamo dato una quota maggiore alle scuole. Che il bilancio di queste scuole sia pubblico e trasparente è fondamentale. Non capisco quale problema possa creare”. Per Alberto Torazzi, Lega Nord, “le scuole paritarie hanno una funzione positiva e quindi sono da sostenere”. In conclusione, la seconda parte dell’articolo 10 esce dalla convenzione ma entra nella delibera, con la quale si impegna l’assessore Galmozzi a verificare con la commissione dedicata alle paritarie la sostenibilità di una tariffazione differenziata in base all’Isee. “La strada è lunga – il commento a microfoni spenti - ma pare segnata. Il tempo dell’erogazione a pioggia e dello scarso controllo è quasi concluso”.

386