26-05-2016 ore 16:28 | Politica - Crema
di Ilario Grazioso

Accorpamenti. Retescuole Crema: “mancato il coinvolgimento dei docenti”

Chissà se la telenovela che vi stiamo raccontando con riferimento agli accorpamenti degli istituti scolastici cittadini, giovedì farà registrare l’atto conclusivo, con l’avallo da parte del consiglio provinciale della proposta del presidente Vezzini, sulla quale nei giorni scorsi i sindaci dell’area omogenea cremasca si erano espressi negativamente: Stanga che resta con Cremona, Artistico e Marazzi insieme nell’ambito cremasco. Anche Retescuole Crema cerca di portare il proprio contributo e lo fa in maniera articolata, senza schierarsi con nessuno, a mo’ di tifoseria calcistica, ma analizzandone le caratteristiche dal punto di vista formativo e degli interessi che presiedono alla buona didattica, anziché a quelli della cattiva politica. In una nota stampa, cita la legge 111 del 2011 con riferimento al dimensionamento degli istituti e l’arcinota legge 107 dello scorso anno, che nella gestione territoriale delle scuole introduce gli ambiti.

 

Salvaguardare l’offerta formativa

Per Retescuole in tutta questa faccenda, che miracolosamente ha portato il tema scuola al centro del dibattito politico e amministrativo provinciale, suscitando anche l’interesse dei sindaci del comprensorio, che cosa è mancato? È mancata la consultazione dei lavoratori della scuola, capire quale fosse il loro punto di vista, ed è mancata una visione da lungo periodo, mettendo da parte individualismi dei singoli istituti e avendo cura di non alimentare incomprensioni, simpatie/antipatie tra docenti. Premesso che ruolo precipuo della scuola è quello della formazione di bravi cittadini e non solo bravi e qualificati lavoratori, Retescuole pone l’accento sulla salvaguardia di un’offerta formativa, che tenga conto e valorizzi le filiere caratterizzanti il nostro territorio, da quella agro-meccanica a quella agro alimentare.

 

Tenere conto di tutti gli aspetti

Chiede a gran voce che nella discussione si tengano in debito conto tutti i possibili aspetti derivanti dalle decisioni che la politica scolastica si trova a dover prendere, quelli positivi e quelli negativi: “Se un istituto di dimensioni ridotte non consente un rapporto forte col territorio – scrive Retescuole Crema – uno di dimensioni troppo grandi o con molti plessi, non consentirà al dirigente di occuparsi bene della qualità dell’offerta formativa”. Sarebbe inoltre auspicabile, conclude Retescuole, che delle eccezioni permettessero la formazione di istituti funzionali alle caratteristiche vocazionali, anche mutabili nel tempo, del territorio. Un contributo, quello di Retescuole Crema, frutto di un vivace confronto fra varie posizioni che cercano di giungere ad una sintesi, avendo come obiettivo quello di migliorare l’offerta formativa per i giovani cremaschi.

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