26-03-2018 ore 14:57 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Sinistra. Franco Bordo apre una ‘nuova fase rifondativa'. La base sarà la ‘giustizia sociale’

Terminato il mandato parlamentare, per Franco Bordo è il momento di “rompere gli argini e aprire una comune fase rifondativa della sinistra. Occorre un soggetto che possa essere di nuovo attrattivo e rappresentativo delle istanze di giustizia sociale”. Lo scorso 4 marzo non era tra i candidati, eppure dice di sentire “anche sulle mie spalle il peso di una sonora sconfitta. In questi giorni non ho voluto parlare, ho preferito ascoltare. Ascoltare chi non ha votato, chi ha abbandonato la sinistra, chi, ancora oggi, attende da essa risposte credibili e concrete. Ho partecipato alla riunione di Liberi e Uguali di Crema, ho avuto la possibilità di seguire il lavori dell’assemblea degli iscritti del PD cremasco, sono stato alla Direzione nazionale di Mdp a Roma”.


Disorientamento trasversale

Secondo Bordo “il disorientamento è notevole, trasversale. Se vogliamo provare a dare risposte serie e credibili abbiamo bisogno di tempo. Se non stiamo attenti, questa volta la botta si può trasformare in un colpo letale. Per la sinistra e la democrazia del nostro Paese. Non vedere le nostre patologie di fondo, stavolta, sarebbe suicida. Quante cose o proposte abbiamo bollato, con un eccesso di presunzione, come “populismo”? Quante volte, anche con disprezzo, abbiamo parlato di “antipolitica”? Non abbiamo saputo ascoltare la sofferenza, sempre più diffusa nel nostro Paese, e la richiesta di maggiore uguaglianza”.


Il ruolo della sinistra

“In 150 anni di storia, la sinistra ha svolto una funzione fondamentale: canalizzare sempre più utilmente per la crescita sociale e civile l’inevitabile alterità e le contraddizioni che un sistema capitalistico produce al suo interno. Per farlo, il movimento dei lavoratori ha tentato diverse strade, si è diviso, si è ricomposto ma si è sempre collocato a cavallo tra Stato e società, evocando una prospettiva e lottando giorno per giorno per il salario, la democrazia, i diritti. Oggi noi e tutta la sinistra europea non siamo né abbastanza Stato, né abbastanza società”


Confronto aperto un pluralismo

Per rigenerare la sinistra “non servono congressi rituali, dobbiamo cambiare. La necessità è avviare una comune fase rifondativa. Mettere mano alle forme organizzative, fondare sulla politica e su un confronto aperto un pluralismo di idee e non di potere. Però, fin quando il campo di gioco non cambierà, non cambieranno le squadre e i termini resteranno immutati. Ognuno deve mettere in discussione le proprie, ormai misere, rendite di posizione e nuotare in mare aperto perché al termine di un percorso costituente ci sarà un partito o un movimento democratico diverso da oggi, anche nelle persone. L’importante è che sia attrattivo e rappresentativo delle istanze di giustizia sociale, con la capacità di indicare e governare i necessari cambiamenti”.

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