25-02-2015 ore 13:14 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. In Consiglio comunale passa a maggioranza la mozione del Movimento 5 Stelle sul progetto Rifiuti Zero

Eliminare l'incenerimento di rifiuti e lo spreco di energia per mantenere in vita "il mostro". Questa in estrema sintesi il Progetto rifiuti zero di cui s'è discusso ieri sera in Consiglio comunale a Crema, prendendo spunto dalla mozione del Movimento 5 Stelle illustrata da Christian di Feo. Di che si tratta? In estrema sintesi di riprogettare la vita ciclica degli scarti, non più inutili ma preziose risorse da riutilizzare come materie prime seconde.

 

No all'incenerimento

Il tutto avviene in contrapposizione all'incenerimento - il male assoluto - o al conferimento in discarica: una pratica che tende ad annullare o quantomeno diminuire sensibilmente la quantità di rifiuti prodotti e quindi da smaltire. Il processo si basa sul modello di riutilizzo delle risorse presente in natura. Come spiegato da Alessandro Boldi, M5S, l'obiettivo è “incalzare le amministrazioni perché alle parole seguano i fatti”. Tutti sono ambientalisti, a parole, la faccenda si complica quando dalla teoria è necessario passare alla pratica.

 

Norme nazionali

D'accordo con la mozione Gianluca Giossi, Pd, che ha ricordato la sperimentazione in atto sulla raccolta puntuale del secco, che vede coinvolti 6 mila cittadini di Castelnuovo, San Bernardino e Vergonzana e ottenuti i risultati, “potrebbe essere estesa a tutta la città”. In un prossimo futuro, per dare completezza alla mozione in discussione, è necessario l'arrivo di “norme nazionali che impongano ai produttori l'uso di imballaggi recuperabili”.

 

L'inganno dietro l'angolo

Ha espresso un “orientamento positivo per la proposta dei cinque stelle” Antonio Agazzi, Servire il cittadino: “il rischio è che a Cremona, sull'ipotesi di chiusura dell'inceneritore, c'è il freno a mano tirato proprio da parte di Galimberti, che pare abbia cambiato idea. Osservo i vostri abboccamenti col centrosinistra, attenti che l'inganno è dietro l'angolo”.

 

I 30 milioni di euro

“A Cremona c'è un inceneritore contro la volontà popolare. Domani ci sarà ancora, quando si spegnerà? Non lo so, mi auguro solo che non venga fatto coi nostri soldi, perché spegnerlo costa 30 milioni di euro, ovvero 60 miliardi di lire”. La mozione, ha aggiunto Simone Beretta, “si può anche approvare, ma non cambia niente. Il problema è un altro: Lgh o viene venduta ad A2A o va in Borsa, come ho sempre insistito. Galimberti non tira fuori i soldi per spegnerlo e si sappia che Crema non tirerà fuori un soldo per farlo. Anche se ogni giorno va da Lgh a chiedergli di spegnerlo, non potrà farlo, anche se l'ha promesso in campagna elettorale”.

 

L'ambientalismo di centrodestra

Per Beretta, “l'ambientalismo è più radicato nel centrodestra che nel centrosinistra, almeno in provincia di Cremona”. Non solo: “Portare alle estreme conseguenze la raccolta dei rifiuti, fatta dai cittadini, deve essere seguita dalla riduzione della tariffa”. Per l'esponente di Forza Italia, i problemi sono due: “il bando per la raccolta e la gestione dei rifiuti” e il business legato ai rifiuti: “Se Lgh spegne l'inceneritore probabilmente non resta in piedi”. In chiusura, l'affondo agli alleati pentastellati: “non continuamo a far finta di approvare mozioni che non producono niente. Bisogna essere chiari, entrare nei dettagli”.

 

Il dilemma

Per Beretta, il centrosinistra è davanti ad un dilemma: “spegnere l'inceneritore o spendere soldi per renderlo meno inquinante. Lgh non può gettare a mare un simile patrimonio”. Gli interventi sono stati chiusi da Di Feo: “lavorare a monte del problema dell'inceneritore è importante. I rifiuti messi per strada sono del Comune e il Comune può farci quello che vuole, darli in futuro a qualcuno che li gestisce senza incenerirli è una buona cosa. Auspichiamo che nei prossimi anni ci sia una forte riduzione di quantità di rifiuti prodotti in termini assoluti”.

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