24-08-2016 ore 10:54 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Consiglio. Tra maggioranza e minoranza rapporto inesistente. Simone Beretta: “in sala degli Ostaggi il livello è troppo basso”

“Da quando il sindaco si è trovato costretto a portare in giunta assessori legati ai partiti, il Consiglio è sceso di livello: dopo 40 anni di esperienza in sala degli Ostaggi, faccio fatica a ritrovarmi in un’assise come questa”. Da quella famosa seduta del 28 aprile 2014, quando in giunta s’insediavano Matteo Piloni (Pd) e Attilio Galmozzi (SeL), Simone Beretta aveva promesso al sindaco Bonaldi “un’opposizione dura”. Così è stato.

 

Consigliere, cosa ne pensa di questo Consiglio?

“Ritengo che il livello sia troppo basso. E non perché gli equilibri sono cambiati, ma perché rispetto a ieri i consiglieri hanno delegato le loro aspettative a sindaco e giunta. Spesso arrivano poco preparati a reggere lo scontro con le minoranze: se non intervenisse l’amministrazione sarebbero in difficoltà a dare risposte coerenti ai temi in discussione”.

 

Com’è il rapporto con la maggioranza?

“Il rapporto tra maggioranza e minoranza non esiste. Non esiste nemmeno con le liste civiche, adagiate rispetto alla giunta e sorte, invece, per dialogare con l’opposizione. Al contrario, con l’amministrazione non è mai mancato, soprattutto per merito della minoranza, o di una parte di essa. Il più grande errore del sindaco è stato l’essersi accorta in ritardo di una minoranza disposta a dialogare sui temi che davvero creano valore aggiunto alla comunità”.

 

Quanto contano le liste civiche in Consiglio?

“Non mi piace nascondermi dietro a un dito: la stragrande maggioranza sono un parto dei partiti. Il resto sono tutte balle. Oggi i partiti sono invisi ai cittadini. Così, per non perdere il consenso, hanno ritenuto di recuperarlo con liste civiche. La Bonaldi ha potuto contare sull’appoggio di 5 liste, create dai partiti – ancora duri a morire – per trattenere voti”.

 

In cosa si distingue questa amministrazione dalle precedenti?

“Sicuramente ha fatto tanti passi indietro. Aveva poche risorse e doveva dimostrare di essere all’altezza del compito. Invece è andata in difficoltà. Non è stata in grado di fare la scelta strategica necessaria: puntare sul decoro della città, senza pensare alle grandi opere (che comunque non stanno realizzando). Questa è una bella città: avessero optato al decoro avremmo capito la scelta, e ora non avremmo progettini come quello di riqualificazione della stazione; un intervento che vendono come la creazione di un hub ma col quale sistemano 4 pullman, persino meno ecologici di quanto si lasci immaginare”.

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