24-03-2017 ore 20:48 | Politica - Crema
di Gianni Carrolli

Migrazioni. La responsabilità come antidoto all’indifferenza. Lottaroli: “restiamo umani”

“Se ognuna delle nazioni adenti alla U.E., se ognuno dei Comuni e dei sindaci europei facesse la propria parte per l’accoglienza e per arginare l’indifferenza e la montante disumanizzazione della società, perderebbero ogni giustificazione le baggianate sull’Europa invasa e sotto assedio propagandata dai professionisti dell’odio che parlano alla pancia delle persone anziché alla loro testa ed al loro cuore”. Così Mario Lottaroli, in una personale riflessione sul fenomeno dell’accoglienza e del fenomeno migratorio (lettera integrale in allegato).

 

Fame e disperazione

È un flusso costante, che dall’Africa centrale sposta grandi volumi umani verso le zone del pianeta considerate porti sicuri, ambasciate di una vita degna di essere chiamata tale. “Arrivano nel nostro Paese e in un’Europa in buona parte ostile – prosegue Lottaroli – che spende più danaro per i respingimenti e per costruire recinzioni di filo spinato, piuttosto che per accogliere ed integrare”. Ma questo non basta: ciò che li spinge va al di là delle suggestioni individuali. “L’esodo dall’Africa e dai paesi poveri non si fermerà: la fame genera disperazione ed ha una forza poderosa”.

 

Le responsabilità

“Non è colpa dei migranti se la maggior parte delle nostre pensioni sono sotto la soglia di povertà, se l’assistenza sanitaria è insufficiente: sono i governi responsabili delle nostre tribolazioni perché finanziano banche e potentati economici anziché investire più risorse per allestire uno stato sociale decente. E se il lavoro manca è perché le aziende delocalizzano le produzioni alla ricerca del massimo profitto; inoltre, nel nostro Paese non abbiamo mai avuto una programmazione industriale efficace”.

 

Un mondo nuovo

Come per tutti i fenomeni, ogni Stato deve imparare a governarne gli effetti, in primis nei confronti di chi si sente costretto a lasciare la propria terra. “È necessario creare le condizioni perché ognuno possa condurre un’esistenza dignitosa nel proprio Paese. Ci vorrebbe un mondo nuovo fatto di cooperazione tra i popoli, progresso globale e distribuzione della ricchezza, ma questa soluzione fa letteralmente a pugni con la storia e la cultura del capitale e delle potenze economiche e militari dell’occidente. Perciò ritengo sia compito delle persone di buona volontà condurre con determinazione iniziative sul piano etico e culturale per arginare e sconfiggere il razzismo e la barbarie che si stanno radicando nella nostra società”.

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