23-09-2014 ore 22:55 | Politica - Cremona
di Ramon Lombardi

Elezioni provinciali. Trespidi dell'Udc: “provincellum una riforma inadeguata, alla prova della governabilità”

“Il 12 ottobre non saranno più i cittadini ad eleggere il presidente ed il consiglio della provincia ma i sindaci ed i consiglieri comunali in carica in quel giorno. Nel territorio cremonese ne sono stati censiti 1.321 e si recheranno a votare in due seggi costituiti, per legge, in un’unica sede individuata nei locali di corso Vittorio Emanuele, 17, sede della Provincia” dichiara il segretario provinciale dell’Udc Giuseppe Trespidi.

 

Anomalie della legge

“Si contenderanno – spiega Trespidi - la poltrona di presidente un sindaco per l’area di centro sinistra ed un Consigliere provinciale uscente, una delle tante anomalie della legge, per l’area del centro destra. La Lega e la Lista civica dei sindaci presentano solo una lista con candidati a consigliere provinciale, altra anomalia della legge. Tra le tante anomalie di questa legge di ‘Riforma delle Province’ c’è anche questa: ci si può presentare solo per il consiglio provinciale senza avere un candidato presidente neppure di coalizione”.

 

Il poltronificio della politica

“Questa riforma che nelle intenzioni di chi doveva colpire il poltronificio della politica, nella sostanza elimina tutti gli assessori provinciali, diminuisce del 60% i consiglieri e mantiene il presidente: tutti quanti saranno a compenso zero. Il risparmio per le casse dello stato sarà di circa 200 milioni di euro. Una cifra ridicola se confrontata con gli 800 miliardi di euro di spesa pubblica e di circa 85 miliardi di euro che paghiamo di interessi sul debito pubblico. Credo che se c’è una cosa di cui veramente necessita il paese è una riforma complessiva delle istituzioni definendo in modo definitivo chi fa che cosa”.

 

Divisione del corpo elettorale

“E quale istituzione è più adeguata a farlo. Questa riforma lascia pressoché invariate le funzioni fondamentali delle province, riduce ulteriormente le risorse economiche sono soggette ad un patto di stabilità iniquo e, infine, saranno governate da un presidente e da un consiglio che oltre a farlo a titolo onorifico potranno usufruire di eventuali distacchi ma senza essere retribuiti. Di fronte ad un cambiamento di tale portata nel nostro territorio le forze politiche, i sindaci e gli amministratori anziché entrare nell’ordine di idee che trattandosi di una fase costituente la quale, per definizione, presuppone un periodo unitario di gestione per poi consegnare fra due anni ai nuovi amministratori una situazione provinciale riorganizzata in modo condiviso, han pensato bene di presentarsi divisi al corpo elettorale il quale di tutto ha bisogno tranne che di una gestione divisa”.

 

Presidente unico e condiviso

“Il comitato provinciale dell’Udc – continua - oltre ad indicare una serie di punti che dovranno essere posti nel programma elettorale, facendo proprie le precedenti considerazioni, aveva indicato nella candidatura di un presidente unico e condiviso sostenuto da una lista elettorale unica rappresentativa di tutte le forze politiche e di tutte le liste civiche del territorio come soluzione transitoria per gestire unitariamente questa delicata fase di transizione nella quale occorre garantire sia la continuità amministrativa sia l’erogazione dei servizi. Stessa indicazione è stata recentemente fatta anche da Umberto Cabini, presidente degli industriali, e da vari ambienti del territorio”.

 

La frammentazione del territorio

“Alla fine, prevale la frammentazione in un territorio che ha fortemente bisogno di unità per uscire dalla situazione di precarietà e isolamento in cui è scivolato e in cui si dibatte da anni e dalla quale non si intravvedono vie di uscita. Per fare la frittata ci mancava solo che le aree politiche e culturali che fanno riferimento al Partito Popolare Europeo (Udc – Ncd– Fi) non avessero trovato l’intesa per presentarsi unite e in questo ha avuto un ruolo determinante la base elettorale formata dai sindaci e dagli amministratori che si riconoscono in quest’area politica e culturale che hanno praticamente imposto la scelta unitaria”.

 

Le proposte

“Ora quello che ci aspetta – conclude - è che si presentino al voto tutti gli amministratori del territorio cremonese e che scelgano i propri rappresentanti sulla base di un programma che incontri le aspettative dei comuni e dei cittadini. L’Udc nel suo comitato provinciale ha elaborato una serie di proposte che confronterà con le altre forze politiche e con gli amministratori dell’area politica e culturale che fa riferimento al Ppe.

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