22-09-2014 ore 21:05 | Politica - Spino d'Adda
di Andrea Galvani

Spino d'Adda. Il sindaco Paolo Riccaboni: "disponibile a costruire un contenitore di centrodestra complementare all'assenza manifesta dei partiti”

Dopo l'articolo di ieri sulle provinciali, con il retroscena sulla candidatura di Antonio Agazzi e le strategie future del centrodestra provinciale, approfondiamo la vicenda col sindaco di Spino d'Adda Paolo Riccaboni.


Un contenitore del centrodestra

“Il mio primo pensiero è sempre stato non venire meno all'impegno preso con Spino e gli Spinesi. Avrei derogato solo se messo nelle condizioni di governare il processo nel contenuto nel metodo e nel merito. Non ho i contatti da lei ipotizzati, ma non nascondo di avere in animo la disponibilità a entrare in/costruire un contenitore del centrodestra, non certo alternativo alla rappresentanza partitica, ma certo complementare alla sua assenza manifesta”.

 

Gli obiettivi

“Continuo a pensare che al centrodestra attuale e futuro, serva un percorso condiviso che permetta di superare la cesura tra cittadini e amministratori, tra enti locali ed enti superiori, tra amministratori e funzioni apicali dei partiti. Questo per dare voce a pensieri che ritengo maggioranza in potenza, ma non in atto. Continuerò sempre a dialogare con chiunque e qualunque cosa voglia riportare al centro dell'azione politica la risorgenza di concetti traducibili in atti amministrativi quali persona, libertà individuale e d'impresa, dimagrimento di uno stato ipertrofico e debole e sua trasformazione in soggetto facilitatore, difesa delle identità senza pregiudizio, redistribuzione delle opportunità, premio del merito eccetera”.


I dettagli: Agazzi

Il sindaco è disponibile ad entrare nel dettaglio, a partire dal candidato presidente della Provincia di Cremona, Antonio Agazzi: “è persona, per come lo conosco, di valore umano, amministrativo, politico, ed è la miglior candidatura per la carica di presidente della Provincia di Cremona”.


La lista e le condizioni

“Ho partecipato alla costruzione della lista – spiega Riccaboni - nei termini di una sintesi delle parole che ho ascoltato dagli amministratori del territorio, ponendo quattro condizioni, accolte, almeno per tre quarti, come fondanti: unità del centrodestra; geografia, cioè rispetto del territorio, con le sue specificità; ponderazione, rispetto ai numeri delle scorse elezioni, infine rappresentanza per merito, soprattutto”.

 

La candidatura personale

“Ho dato disponibilità alla candidatura a presidente al raggiungimento delle condizioni elencate, non a consigliere. Questo perché l'onerosità del compito, che si sarebbe aggiunto ad altri, doveva essere bilanciata dalla possibilità di governare il processo, intervenendo su metodo e merito, al fine di riconquistare fiducia di amministratori e cittadini, elettori”.

 

I retroscena

“Non conosco nel dettaglio i retroscena che lei ha citato ieri. Diciamo che il mio nome, certo di centrodestra ma non 'ortodosso', non deve aver superato il vaglio della sintesi, nonostante i coordinatori di quelle che sono a oggi correnti che sovente dimenticano di appartenere a un unico fiume, mi abbiano tutti in qualche modo manifestato richiesta e appoggio, senza che io l'abbia cercato”.

 

La Fondazione

La possibilità di dar vita ad una Fondazione per agevolare il ricambio nel centrodestra non trova impreparato Riccaboni: “Dei percorsi alternativi se ne sente sempre più la necessità, non come alternativa, ma come integrazione e sprone. Li sto meditando con molti cittadini e amministratori che credono nell'unità, nel merito, nell'identità culturale, nella rappresentanza pulita e trasparente, nella circolazione di idee e nella realizzazione di azioni, insomma in una degna e adeguata condivisione e rappresentanza. Per quanto concerne un nome: Nomina sunt consequentia rerum”.

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