22-07-2016 ore 17:58 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Chiusura tribunale, politica unanime: “grave danno alla comunità”

Non si placa il dibattito in merito alla soppressione del tribunale di Crema, riaperto da ogni fatto di cronaca nel territorio. Nei giorni scorsi il consiglio comunale di Crema ha approvato una mozione bipartisan che testualmente “ribadisce che la soppressione del tribunale e della procura della Repubblica hanno provocato un grave danno all’intera comunità cremasca nel suo tessuto sociale ed economico, essendo venuta meno la prossimità con cui venivano esercitate le funzioni giurisdizionali sia in campo penale che civile e amministrativo, fondamentali per l’intero territorio”.

 

L’inutilizzo forzato

I politici cremaschi hanno registrato “notevoli svantaggi in termini di organizzazione dei servizi”, con un “aggravio di costi da parte del tribunale accorpante di Cremona, che ha dovuto ricorrere a strutture in affitto, venendo meno a quanto previsto dalla legge di riordino dei Tribunali in tema di costi”. Nel documento promosso dai consiglieri di minoranza Antonio Agazzi, Paolo Patrini e Tino Arpini e recepito dai colleghi in Aula, si sottolinea “l’inutilizzo forzato dell’immobile” che ospitava il tribunale di Crema, di proprietà del Comune, costruito a metà degli anni ‘80, già abbandonato e quindi destinato “a inevitabile degrado”.

 

Le infiltrazioni mafiose

Al riguardo il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, lo scorso 9 marzo ha scritto una lettera ufficiale al Ministero della Giustizia, al Ministro Andrea Orlando e al sottosegretario Cosimo Ferri. La politica cremasca ormai parla apertamente di “infiltrazioni mafiose che le derivano dalla prossimità all’Area metropolitana” e sta tentando di richiamare l’attenzione delle istituzioni per “recuperare questo servizio, volano significativo di sviluppo socio-economico per l’intero territorio cremasco”.

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