22-05-2015 ore 12:03 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Riforma sanitaria. La battaglia dei sindaci cremaschi per l’autonomia. Bacini ristretti per le Aziende sociosanitarie territoriali

Il primo atto concreto come Area vasta omogenea del Cremasco è un pronunciamento sul tema della sanità. “La nostra intenzione – ha introdotto il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi – è operare una serie di osservazioni entro il 3 giugno, quand’è calendarizzata l’inizio della discussione della Riforma sanitaria in Regione Lombardia. Nella riunione dello scorso febbraio abbiamo individuato un nucleo di sindaci che presidiassero il tema sanitario; da quel momento, abbiamo lavorato su alcuni aspetti di ordine politico”.

 

La creazione delle Asst

La riforma della sanità incombe: fulcro della proposta è la costituzione delle Asst (aziende sociosanitarie territoriali) centro operativi che gestiranno le strutture sanitarie e sociosanitarie di bacini d’utenza da 600 mila abitanti. “Fermo restando che valutiamo positivamente l’integrazione tra sanitario e sociosanitario – ha spiegato Aldo Casorati, sindaco di Casaletto Ceredano – riteniamo che le Asst debbano avere un numero di abitanti variante tra 150 mila e 200 mila”.

 

Maggiore coordinamento

“Se riuscissimo ad abbassare il numero di abitanti per ogni Asst – ha aggiunto Gianni Rossini, sindaco di Offanengo – anche le direzioni ne beneficerebbero, perché avrebbero la possibilità di seguire e coordinare in maniera migliore. Secondo noi, se questa proposta troverà sostegno anche nei rappresentanti regionali, dimostrerà di non essere un’idea strampalata e di avere gambe per camminare. Rimane un tema fondamentale la continuità tra le aziende sociosanitarie”.

 

Le strutture cremasche

Dal canto suo, il Cremasco da anni anticipa la direzione intrapresa a livello regionale: “abbiamo sul territorio – ha proseguito Rossoni – un insieme di strutture sanitarie e sociosanitarie tra i più completi, che va dall’Unità operativa Neuropsichiatria dell’infanzia alle Rsa per anziani. La nostra non è una battaglia contro qualcuno o qualche fazione, bensì per preservare il livello decisionale il più prossimo possibile ai bisogni dei cittadini”.

 

Ruolo di supporto

“Il compito rinnovato degli amministratori locali – ha specificato infine Casorati – previsto dal nuovo piano sociosanitario, sarà veramente di aiuto, supporto e darà risultati positivi in un’area omogenea dove ci vedono già impegnati in collaborazioni e confronti in altri settori amministrativi. Il risultato finale sarà senza ombra di dubbio positivo, sia dal punto di vista economico che della cura e dell’assistenza al cittadino”.

 

Coesione territoriale

“Il nostro interesse – ha dettagliato Maria Luise Polig, sindaco di Pandino – è la salvaguardia e la valorizzazione di ciò che di buono abbiamo sul territorio, affinché il sostegno possa essere trasmesso anche ai livelli decisionale”. D’accordo anche Aries Bonazza, sindaco di Ripalta Cremasca, secondo cui “l’autonomia è fondamentale per lo sviluppo del territorio”. “La difesa e la valorizzazione del Cremasco – ha concluso Luca Guerini, sindaco di Ripalta Guerina – si coniugano con la difesa dell’azienda ospedaliera, vero esempio di coesione”. 

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