21-10-2016 ore 10:54 | Politica - Crema
di Ilario Grazioso

Referendum costituzionale. Il capogruppo alla camera del Pd in città a sostegno del sì

Si intensificano le iniziative programmate dal partito democratico, per sostenere la conferma della riforma Renzi-Boschi al referendum del 4 dicembre. Ieri a Crema, presso la sede di via Bacchetta, il capogruppo alla camera, Ettore Rosato, accompagnato da Cinzia Fontana, Matteo Piloni e Omar Bragonzi. Per Matteo Piloni, con il sì al referendum si prova a cambiare il paese: “Non esistono leggi perfette, ma questa è un buon punto di partenza. Non possiamo rimanere così come siamo, - ha detto il segretario provinciale Pd – perché il paese va migliorato e reso più flessibile”. Piloni, prima di cedere la parola all’on. Rosato, critica le posizioni del no, ed in particolare le scelte di Lega e Movimento 5 stelle, perché con la riforma costituzionale :”C’è più partecipazione e più forza del parlamento”.

 

Il lavoro di 30 anni

L’onorevole Rosato (nell'immagine a lato) chiarisce che la riforma costituzionale è il frutto del lavoro degli ultimi 30 anni, caratterizzati da difficoltà e insuccessi. Cita la quarta tesi dell’ulivo del 1996 a sostegno della sua tesi, laddove si prospettava la creazione di un senato delle autonomie. Il parlamentare ripercorre poi il cammino che ha portato all’approvazione della legge di riforma costituzionale: “Abbiamo votato insieme a Forza Italia, poi dopo le elezioni del presidente della repubblica le cose sono cambiate”. Approvando la riforma, si cambia il rapporto con i cittadini, si abbattono i costi della politica, si elimina il Cnel che costa milioni di euro, si da al paese efficienza e stabilità, oltre che tempi certi per legiferare. Rosato cita i 63 governi che si sono succeduti negli ultimi 70 anni, e individua nella riforma costituzionale da approvare a dicembre, uno strumento per affrontare questo problema. Altro tema affrontato, quello del superamento del bicameralismo perfetto.

 

Modifiche solo alla seconda parte

A chi pensa che la modifica di 47 articoli della costituzione in un sol colpo sembrano tanti, Rosato risponde che la prima parte della costituzione non si tocca, mentre si interviene sulla seconda parte, che era permeata al tempo della sua approvazione, dalle preoccupazioni del dopoguerra di democrazia cristiana e partito comunista, nell’ottica dei due blocchi contrapposti che avevano come riferimento Stati Uniti e Unione sovietica. Ora tutto questo non c’è più e noi abbiamo fatto “un intervento chirurgico” conclude il capogruppo Pd a Montecitorio, che poi ha proseguito la giornata cremasca a Pandino.

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