21-10-2014 ore 13:07 | Politica - Milano
di Paolo Carelli

Regione Lombardia. Il consigliere leghista Lena contesta la manovra del governo, "il colpevole è Renzi, pronti allo sciopero fiscale"

“Chiusura di ospedali, servizi bus cancellati”. Per Federico Lena, consigliere regionale della Lega Nord, il colpevole è uno solo: Matteo Renzi, presidente del Consiglio. Secondo l’esponente leghista, infatti, l’annunciata manovra del governo costringerà la Regione Lombardia ad attuare tagli ad alcuni servizi essenziali, tra cui il rischio di chiusura di dieci ospedali, già paventato dallo stesso governatore Roberto Maroni.

 

I tagli ai confini dell'Impero

“La Regione Lombardia – precisa Lena - non vuole aumentare le tasse: il rischio è quindi quello di non riuscire più a sostenerne i costi. Alle  famiglie che vedranno i pullman sospesi, alle aziende di trasporto che non avranno più introiti e che dovranno chiudere, a quei dipendenti che perderanno il posto di lavoro dico: questo è  Renzi, il suo governo, gente che taglia ai confini dell’Impero e che lascia Roma Caput Mundi, senza toccarne i privilegi”.

 

Eradicazione delle nutrie a rischio

Lena insiste anche sull’azzeramento delle risorse per l’agricoltura che potrebbe essere oggetto della manovra. “Chi pagherà l’eradicazione delle nutrie?”, si domanda il consigliere, che annuncia una “lotta senza esclusione di colpi”.

 

Lo sciopero fiscale

“Siamo pronti allo sciopero fiscale, come proposto dal governatore Roberto Maroni – conclude Lena -  perché la soluzione esiste: applicare i costi standard. Cosi facendo sarebbe fin da subito chiaro e lampante chi deve tagliare e cosa. Andiamo a vedere a partire dalla sanità, il numero di primari, il numero dei dipendenti, regione per regione. Facciamo lo stesso per le politiche sociali, le infrastrutture, il commercio, le attività produttive, gli enti. Andiamo a verificare come funzionano le cose in ogni regione e quanto il sistema 'costa' per ogni abitante. Se il governo facesse così  risparmierebbe molto di più. Renzi sceglie la via più facile e demagogica. E ancora una volta a rimetterci saranno i cittadini lombardi”.                                                      

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