21-08-2017 ore 11:20 | Politica - Roma
di Stefano Zaninelli

Parlamento, prodotte 325 leggi in quattro anni e mezzo: spopola l'utilizzo del decreto

Di preciso non si conosce il numero di leggi approvate nella storia d’Italia. La banca dati di Normattiva, il portale che raccoglie le leggi in vigore, ne contiene circa 75 mila. A queste andrebbero aggiunte le leggi regionali e comunali e i regolamenti dei vari enti ed autorità statali. Più facile, invece, risalire alla produzione normativa dell’attuale legislatura, la diciassettesima della Repubblica italiana, ben riassunta nell’infografica realizzata dal Centro studi della Camera dei deputati (in coda all'articolo).

 

La produzione normativa

In quattro anni e cinque mesi il Parlamento e i tre governi che si sono succeduti – guidati da Enrico Letta, Matteo Renzi e dal premier attuale Paolo Gentiloni – hanno prodotto 325 atti normativi. Di questi il 48% sono leggi, il 33% decreti legislativi, il15% decreti legge e il 4% regolamenti di delegificazione. Due atti su cinque sono leggi di ratifica, servono cioè ad assimilare all’ordinamento italiano gli effetti di accordi, trattati e convenzioni, spesso internazionali; seguono le conversioni di decreti legge (25%) e altre leggi di carattere ordinario (24%), leggi di bilancio, atti collegati ad altre leggi, norme europee e costituzionali.

 

L’uso del decreto legge

Un tema spesso dibattuto è l’utilizzo del decreto legge. Si tratta di uno dei tre strumenti legislativi a disposizione del governo: l’articolo 77 della Costituzione prevede che se ne possa servire “in casi straordinari di necessità e di urgenza”. Come nota Openpolis nell’analisi dell’utilizzo dei decreti, “la tendenza dei governi a usare in modo ricorrente lo strumento del decreto legge è ormai prassi condivisa”, con l’effetto di “stravolge la natura di questo tipo di provvedimento, trasformandolo da straordinario in ordinario”, dunque spesso di abusarne. Ciò ha spinto gli analisi a definire il sistema italiano un “premierato”, riferendosi al fatto che “la stragrande maggioranza delle leggi approvate dal nostro Parlamento sono di iniziativa del governo”.

 

Le questioni di fiducia

Un altro aspetto interessante è quello del voto di fiducia, che lega il destino del governo alla sorte del disegno di legge che intende far approvare. Il governo Gentiloni ha posto la fiducia 12 volte, pari circa al 36% delle leggi approvate e pubblicate in Gazzetta ufficiale. Secondo le elaborazioni di Openpolis, il governo che ne ha fatto maggiormente ricorso è stato quello guidato da Mario Monti (45,1%), seguito dal governo Letta (27,8%), dall’esecutivo di Renzi (26,7%) e infine dal quarto governo Berlusconi (16,4%). Come per i decreti legge anche il ricorso al voto di fiducia oggi è molto più utilizzato che in passato, in alcuni casi perché consente di accelerare l’iter legislativo.

 

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