21-02-2018 ore 11:00 | Politica - Crema
di Diego Meis

Via Rossignoli. Agazzi all'amministrazione: "rigore contro gli abusi o rischio emulazione"

“Mi associo a chi invoca rigore da parte dell’amministrazione comunale”. Il capogruppo di Forza Italia Antonio Agazzi prende posizione sulla vicenda di via Rossignoli e chiede una risposta decisa al sindaco e al governo locale (documento in allegato). Il tema è noto: l’acquisto di un capannone da parte della comunità islamica locale. “Essendo il fabbricato ad uso industriale e artigianale, non mi pare possa essere tollerabile un impiego differente”, afferma Agazzi riferendosi alla possibilità che la comunità utilizzi l’immobile per riunirsi in preghiera.

 

Il bando fallito

Il consigliere di minoranza ripercorre l’iter della vicenda partendo dal 23 luglio 2015, quando il consiglio Comunale adotta a maggioranza la variante al piano di governo del territorio, aprendo di fatto la strada alla modifica del piano attrezzature religiose. Quest’ultima avrebbe permesso il cambio di destinazione d’uso per il terreno situato in via Milano, che a inizio 2016 è oggetto di bando per la realizzazione di un luogo di culto. Unico partecipante la comunità islamica cremasca con l’obiettivo di costruire una musalla, luogo di preghiera e di ritrovo. In assenza di garanzie sulla sostenibilità e tracciabilità finanziaria, l’assegnazione non va a buon fine.


Regola infrante: 'rischio emulazione'

La questione si riapre nel mese di settembre 2017 con l’affitto a riscatto di un capannone da parte della comunità islamica nel quartiere di Ombriano, in via Rossignoli. “La convivenza civile si fonda sul rispetto delle regole. A nessuno è consentito violarle o aggirarle, creando situazioni di fatto, anche perché il giorno dopo scatterebbe l’effetto emulazione”. Condividendo la posizione già espressa dal consigliere leghista Andrea Agazzi, il capogruppo di Forza Italia si rivolge all’amministrazione: dopo il fallimento del bando per via Milano “non è possibile pensare che il Comune, messo di fronte al fatto compiuto, possa rendersi disponibile al cambio di destinazione d’uso del capannone in questione. Dal giorno dopo sarebbero tutti autorizzati a imitare una simile condotta”.

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