19-10-2017 ore 19:58 | Politica - Milano
di Gianni Carrolli

Regione. Referendum, Franco Bordo attacca Maroni: “un maxi spreco di denaro pubblico”

“Questo referendum poteva e doveva essere evitato, perché assume tutte le caratteristiche di una precampagna elettorale pagata con i soldi dei cittadini, finalizzata a conseguire l’obiettivo di una regione a statuto speciale”. Così il deputato cremasco Franco Bordo (Movimento democratico e progressista), che avverte: “il referendum del 22 ottobre non ha nulla a che vedere con il residuo fiscale e le tasse pagate dai lombardi e non riguarda la sicurezza, materia di competenza esclusiva nazionale, né la possibilità di fare della Lombardia una regione a statuto speciale”.

 

L’opzione alternativa

Secondo il deputato cremasco, la Lombardia ha sciupato l’occasione di ottenere risultati maggiori con sforzi inferiori, anche a livello economico. L’iter alternativo consisteva nel “predisporre un progetto di autonomie rafforzate, indicando con precisione le materie, avviare il confronto con gli Enti locali, approvare in Consiglio Regionale un progetto di autonomia rafforzata e chiedere al Governo l’apertura di un tavolo di confronto”. Oltre a non aver aperto trattative, il presidente Maroni “ha ignorato la disponibilità più volte espressa dal Governo, pronto al negoziato. Ha sprecato la disponibilità dei sindaci dei Comuni capoluogo e dei presidenti di provincia di affiancarlo in questa fase per dare più forza all’iniziativa della Regione”.

 

Un vero fallimento”

“L’indizione del referendum sul federalismo differenziato è l’atto con cui si conclude la legislatura di Maroni – aggiunge Bordo – caratterizzata da tante inchieste giudiziarie e da pochissimi risultati”. L’ultima iniziativa regionale volta ad aprire la trattativa per l’introduzione del federalismo differenziato risale al 2008, ma venne cassata dal governo Berlusconi. L’attuale giunta lombarda “insediata con la solenne promessa di trattenere sul territorio almeno il 75% delle tasse pagate dai cittadini lombardi, dopo cinque anni non solo non manterrà la promessa, ma sprecherà di sicuro 50 milioni di euro: un vero fallimento politico e amministrativo”.

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