19-02-2015 ore 17:39 | Politica - Milano
di Stefano Zaninelli

Milano. Referendum per l'autonomia, via libera del Consiglio regionale. Il Movimento 5 Stelle blocca sul voto elettronico

Qualcuno l’ha già ribattezzato il Patto del Pirellone; al di là di accordi e negoziati, per ora solo ipotizzati, l’asse maggioranza-M5S ha approvato martedì in Consiglio regionale la proposta di referendum consultivo presentata dalla Lega Nord e rimodellata dal Movimento 5 Stelle. Come da Statuto, era necessaria la maggioranza dei 2 terzi dei consiglieri per approvare l’ordine del giorno, passato con 58 voti favorevoli e 20 contrari (Pd, eccetto Corrado Tomasi che ha votato a favore e Patto Civico). Il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, ha ora 18 mesi per indire il referendum. 

 

Il quesito referendario

Oggetto della consultazione sarà la possibilità, da parte di Regione Lombardia, di acquisire maggiore autonomia nei confronti dello Stato italiano rispetto ad alcune materie ancora in fase di definizione.  “Volete voi – è il quesito – che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma della Costituzione?”

 

Democrazia diretta

Soddisfatti dell’approvazione i consiglieri pentastellati, che in commissione Affari Istituzionali hanno ottenuto la votazione elettronica alle urne. “È una vittoria del M5S su tutta la linea – dichiara Stefano Buffagni, consigliere del 5 Stelle – e dimostra ancora una volta che non siamo quelli del no, ma che votiamo nel merito delle idee”. “Siamo riusciti a rispettate l'impegno preso con i cittadini – aggiunge Dario Violi, consigliere M5S – portando avanti il sogno di democrazia diretta che Grillo e Casaleggio hanno realizzato aggregando più di nove milioni di italiani con i portavoce nelle istituzioni”.

 

“Bandierina ideologica”

“Noi – afferma Alessandro Alfieri, consigliere regionale Pd – una firma su un provvedimento che costa 30 milioni di euro e rinvia di due anni la richiesta di maggiore autonomia non ce la mettiamo. Abbiamo tentato in tutti i modi di convincere Maroni ad aprire subito l’interlocuzione con il Governo e di evitare il ricorso a un referendum costoso e inutile. Ora la Lega può sventolare la sua bandierina ideologica a spese dei contribuenti lombardi e il Consiglio regionale della Lombardia è condannato all’irrilevanza in nome della propaganda”.

 

L’inutilità della politica

“Siamo sempre stati favorevoli agli strumenti di democrazia diretta come i referendum – commenta Gabriele Piazzoni, coordinatore provinciale SeL – a patto che non si prendano in giro i cittadini. Convocare una grande consultazione su un quesito generico e pleonastico, dunque privo di effetti, è il modo migliore per dimostrare l'inutilità della politica, delle istituzioni e della democrazia. Di questo (oltre che dei 30 milioni buttati) ringraziamo il centro destra e anche il Movimento 5 Stelle”.

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