19-01-2017 ore 11:16 | Politica - Spino d'Adda
di Silvia Tozzi

Spino d’Adda, mozioni col placet. La maggioranza: “per favorire il dibattito”. L’opposizione: “tolto strumento di controllo”

Non sarà più possibile presentare mozioni in corso di seduta a Spino d'Adda. Dovranno avere il placet di sindaco e capigruppo per essere ammesse in consiglio comunale e venire così trattate immediatamente. questo il cambiamento sancito venerdì sera dal consiglio comunale. Vista l'assenza in sala della minoranza non è escluso un ricorso.

 

Bassani: "Per favorire il dibattito"

Ha introdotto la discussione Andrea Bassani, presidente della Commissione Affari Istituzionali: “Le regole del gioco devono essere certe ed uguali per tutti. La maggioranza, con questo cambiamento del comma 6, è andata a chiarire una norma lacunosa. Abbiamo ragionato sul concetto di cosa è una mozione, cioè una proposta concreta di deliberazione. Una mozione che non fa pervenire immediatamente a un voto deliberativo è una mozione a metà. La mozione presentata al di fuori dai termini, può essere ascritta all’ordine del giorno previo assenso della conferenza dei capigruppo; diversamente, il proponente la ascriverà al protocollo per la successiva convocazione di consiglio. Noi non vogliamo privare la minoranza dello strumento della mozione, ma deve esser presentata secondo termini precisi. Se la mozione sarà riconosciuta come urgente dalla conferenza dei capigruppo sarà iscritta all’ordine del giorno e immediatamente votata”.

 

Rossini: "La maggioranza deciderà di cosa la minoranza può trattare"

Il consigliere di minoranza Luca Rossini, che fa parte a sua volta della Commissione Affari Istituzionali, ha ironizzato: “Apprezzo il percorso logico a supporto della modifica e la generosità con cui la maggioranza ha voluto ampliare e e migliorare questo strumento nelle mani della minoranza, ma la generosità di questa maggioranza passa dalla conferenza dei capigruppo, ovvero il sindaco e il capogruppo di maggioranza decideranno se una mozione è urgente e se è degna quindi di essere posta in trattazione. Sino ad oggi, la facoltà di decidere era della minoranza, e lo diceva il regolamento, da domani, la minoranza non potrà più presentare problemi per lei importanti ed urgenti se non attraverso il filtro della maggioranza: insomma, sarà la maggioranza a decidere se una mozione che per la minoranza è utile potrà essere presentata. Di fatto, ci è stata generosamente tolta una facoltà che sino ad oggi c’era”.

 

Poli: "Per evitare monologhi"

Il sindaco Luigi Poli ha spiegato che, prima della modifica del regolamento, c'era "la possibilità data al consigliere di leggere per intero la mozione e di obbligare di fatto il resto del consiglio comunale ad ascoltare e a non proferire parola. Lo vedo molto difficile in un contesto democratico, dato che la democrazia sta nel confronto e nel dialogo. Se il consigliere solleva la questione e mi impedisce di rispondergli, mi sembra un dialogo democratico alquanto zoppo. La proposta fatta dalla maggioranza non penalizza la minoranza ma dà un valore aggiunto alla discussione in consiglio comunale”.

 

Riccaboni: "La funzione di sprone della minoranza"

Il capogruppo di minoranza Paolo Riccaboni: "Quella di presentare una mozione in corso di seduta da parte della minoranza è una piccola prerogativa, che viene usata saltuariamente quando c’è un tema importante per la comunità. E se quel tema non è importante, sarà la comunità a valutare la minoranza e ciò che reputa importante, non la maggioranza, che non dovrebbe fare da filtro sulle possibilità di esprimersi della minoranza. Voi pensate che questa prerogativa debba passare dalla maggioranza, che ha già tutti gli strumenti per deliberare e decidere. La minoranza è sprone, controllo e proposta e lo fa anche attraverso le mozioni in corso di seduta. Questa facoltà voi ce la lasciate, dite, ma sarete voi a decidere se ciò che riteniamo importante per questo paese lo è davvero".

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