18-04-2018 ore 14:39 | Politica - Castelleone
di Marilisa Cattaneo

Castelleone e Fiesco verso il referendum, i sindaci spiegano la fusione e le ragioni del sì

La fusione con Fiesco, il referendum ed in particolare le ragioni per il sì. Di questo si è discusso ieri sera a Castelleone. A illustrare "gli aspetti positivi" e soprattutto "a rassicurare i cittadini" i sindaci Pietro Fiori e Giuseppe Piacentini insieme al consulente Maurizio Pellizzer. Al teatro Leone una folta platea, fra cui numerosi fieschesi giunti in sala pubblica per porre domande e saziare curiosità.

 

Cogliere l'opportunità con coraggio

“Nessuno ci sta imponendo questo cambiamento” ha esordito Fiori: “Il corso della storia ci chiede di essere coraggiosi e cambiare ciò che è possibile. Questa è una di quelle volte e sono convinto vada fatto per il bene delle nostre due comunità”. Del medesimo avviso il collega fieschese Piacentini: “La fusione è una grande opportunità. L’unione fa la forza e in questo modo avremo più servizi e meno costi”.

 

Mantenimento e miglioramento dei servizi

Fiesco manterrà il municipio e quei servizi che altrimenti rischierebbe di perdere. Sarebbero potenziati i trasporti fra i due centri abitati, ridotte le rette dell’asilo nido per i fieschesi, abbassate Irpef e Imu. Ancora Fiori: “Garantiamo che verranno destinati a Fiesco investimenti dieci volte più elevati rispetto alla situazione attuale. Questo grazie ai trasferimenti dello Stato e allo sblocco dell’avanzo di amministrazione”.

 

Il timore di perdere identità

A preoccupare gli abitanti di Fiesco il pensiero "di perdere il proprio nome" e "una parte della propria identità" venendo inglobati in un Comune molto più grande. “Qualora avvenisse la fusione il pro sindaco fieschese entrerà di diritto in Giunta. Anche gli assessori aumenteranno da quattro a sei e ci sarà posto e voce per tutti. I servizi attivi oggi sono già in condivisione con Castelleone” ha ricordato Piacentini.

 

Le prossime tappe

Fino a sabato 4 maggio ci sarà tempo per presentare osservazioni e integrazioni allo studio di fattibilità condiviso dalle due amministrazioni. Poi il documento verrà presentato ai rispettivi consigli comunali per il voto e l'eventuale approvazione. A quel punto sarà indetto il referendum: i cittadini saranno chiamati alle urne il 1 luglio. Toccherà a loro decidere se approvare o meno la fusione.

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