17-04-2015 ore 20:57 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Area Vasta, il Cremasco apre al Trevigliese ed alla Bassa bresciana. Bonaldi: “la competitività promuove il sistema territoriale”

“Nelle prossime settimane i sindaci cremaschi saranno chiamati a raccolta e invitati ad esprimersi perchè il Cremasco si candidi, anticipatamente, ad essere Area vasta omogenea e come tale presentarsi quando la Regione Lombardia dovrà normare le aree vaste. Questo consentirà al nostro territorio di mantenere la propria identità e rafforzarla, ma anche di diventare a sua volta polo attrattivo e baricentrico anche per i territori limitrofi, attualmente collocati in altre province: alludo in particolare al Trevigliese, così come a realtà della Bassa bresciana, che già oggi guardano con interesse a quanto sta succedendo nel Cremasco”.

 

Il rilancio del Cremasco

Così il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, interviene nel dibattito promosso dal sindaco di Casale Cremasco e Vidolasco Antonio Grassi e sintetizzato in questo assunto: “Repubblica del Tortello al capolinea, “il killer è l'area Vasta”. Se per Aldo Casorati, sindaco di Casaletto Ceredano, “è ora di unire idee, energie e risorse”, per Antonio Agazzi “l'incognita è la classe politica” e per Matteo Piloni si tratta invece di uno “strumento di rilancio del Cremasco”.

 

L'appunto terminologico

“Credo che il contributo del sindaco opinionista Antonio Grassi in merito all'Area Vasta ed ai rischi che questo cambiamento può portare con sè sia molto utile e, seppure declinato a tinte fosche, ricco di spunti costruttivi”. Secondo Stefania Bonaldi va fatto “in primo luogo un appunto terminologico: non mi piace l'appellativo Repubblica del Tortello per il cremasco, credo non faccia bene nè al nostro territorio nè a un piatto cosi tradizionale e caratteristico come il tortello cremasco. Comprendo che mediaticamente 'paghi', tuttavia personalmente non utilizzerò mai un termine che mi pare appunto dispregiativo da qualunque punto di vista lo si consideri”.

 

Stefania Bonaldi (foto © Cremaonline.it)

Cambiamento epocale

“L'Area Vasta – spiega il sindaco di Crema - è un cambiamento epocale. Su questo siamo tutti d'accordo con Grassi. E' vero che le province ci sono ancora, ma è in atto, dopo la Legge Delrio, un poderoso cambiamento, che stiamo già sperimentando, sono operativi tagli di risorse estremamente significativi ma, soprattutto, nel DDL di riforma Costituzionale che sarà approvato nel giro di 12 mesi, le province spariranno del tutto, soppiantate appunto dalle Aree Vaste. Ciascuna Regione dovrà a questo punto normare le Aree Vaste, territorio per territorio”.

 

Confini ancora incerti e indefiniti

“Verissimo che l'Area Vasta non s’identificherà con i confini delle ex Province ma il territorio di competenza sarà definito in base a criteri tracciati dalle legge e improntati all’efficienza. Dunque confini ancora incerti e indefiniti, punto cruciale sul quale riflettere. E' altrettanto evidente che il cremasco rischia di perdere la propria peculiarità e il proprio baricentro, sotto la forza attrattiva esercitata dai territori confinanti: è indubbia l'attrazione svolta dall'area metropolitana milanese, così come è reale la posizione di crocevia del cremasco, territorio che può obiettivamente essere fagocitato dalle numerose, importanti aree di confine: la bassa bergamasca e il trevigliese, il bresciano, il lodigiano ed il cremonese”.

 

Il laboratorio

“Al contempo, tuttavia, questo preciso momento storico e politico, oltre che un rischio ed un pericolo, può invece anche rappresentare una opportunità di crescita e di riscatto: ogni processo può essere subito o gestito, calato dall'alto o costruito dal basso....in tal senso questo può essere un momento particolarmente felice per anticipare i tempi, per bruciare le tappe, per candidare il nostro territorio a essere, per davvero e per primo, una sperimentazione di Area Vasta o Area Omogenea nel territorio lombardo”.

 

Area Omogenea Cremasca

“In realtà – sottolinea Stefania Bonaldi - possiamo già parlare ora di Area Omogenea Cremasca, un insieme di cinquanta Comuni, uniti da un sistema socio-economico, sociale, culturale ma anche geologico, ambientale e naturale omogeneo. Spesso si parla di Distretto agro urbano e della bellezza, una rappresentazione che trovo molto felice perchè tiene insieme molte caratteristiche del cremasco, dall'agroalimentare, alla cosmesi, passando per la bellezza del paesaggio rurale, la qualità della vita e la buona cucina”.

 

Un'assemblea di Scrp (foto © Cremaonline.it)

Sviluppo socio-economico

“Da circa vent'anni Crema e gli altri comuni del cremasco si sono mossi in una direzione condivisa, perseguendo risultati in termini di sviluppo socio-economico e diventando una realtà politico-sociale ed economica coesa, che ha portato a condividere e concertare le principali scelte di sviluppo intraprese, quali l’affermazione di SCRP come luogo di definizione delle strategie comprensoriali nella gestione dei servizi pubblici locali, il consolidamento di Reindustria come agenzia per lo sviluppo socio-economico-produttivo dell’intera provincia, lo sviluppo dell’Università, la pianificazione di “area vasta" coi Piani d’area - Cremasco ed Alto cremasco - e il PTCP, la creazione di una rete sociale con la costituzione della Azienda speciale consortile Comunità Sociale Cremasca e la gestione unitaria del Piano di Zona”.

 

L'impoverimento

“Negli ultimi anni, complice l'esplosione della crisi, tagli sempre più cospicui al comparto pubblico ed assetti e modelli istituzionali mutevoli, questo percorso condiviso ha subito una battuta d’arresto, sul piano istituzionale, ma anche socio economico, impoverendo il territorio cremasco, con una conseguente debolezza che ha impedito di creare condivisione nel e del territorio. Sono aumentate le difficoltà economiche in cui , specie nell'ultimo periodo, si trovano a combattere gli enti locali, ma anche le famiglie e le imprese, circostanza che ha in qualche misura acuito la frammentazione e la parcellizzazione delle azioni sul territorio. L’effetto di questo rallentamento ha comportato un arretramento marcato dei risultati ottenuti in termini economici, di sviluppo territoriale, infrastrutturale e sociale che ha fatto perdere posizioni preziose in termini di competizione rispetto ad altri territori. Essendo la competitività uno strumento insostituibile nella promozione di un sistema territoriale, il danno conseguente non riguarda solo l’aspetto amministrativo e politico, ma l’intero sistema produttivo e socio economico territoriale”.

 

Le scelte strategiche

“Ora, il ridimensionamento delle Province operato dalla Legge Delrio nell’ente di Area Vasta può e deve necessariamente essere una occasione per rafforzare il protagonismo degli Enti Locali e la città di Crema, con la sua vocazione capo comprensoriale. Un'occasione per spingere enti locali, ma anche attori sociali ed economici, perché in maniera più strutturata e unitaria ci si confronti sulle partite sovra comunali, con un’idea forte di territorio cremasco, area vasta e luogo politico di eccellenza dove definire e condividere le scelte strategiche per il piano di sviluppo integrato locale, le aziende dei servizi pubblici locali, i progetti e le priorità infrastrutturali, con particolare riferimento alla viabilità di Crema e del cremasco con le province limitrofe e con le nuove grandi infrastrutture in cantiere; la governance dei servizi alla persona; le politiche socio sanitarie; l’ interfaccia istituzionale con Provincia e Regione; lo sviluppo territoriale dei servizi di trasporto pubblico, la pianificazione di “area vasta” con riferimento al risparmio del suolo, la promozione turistica, la valorizzazione dell’agricoltura e la salvaguardia dell’ambiente e del territorio cremasco.

 

Unione e fusione dei Comuni

“In questa direzione e prospettiva va considerata anche l’evoluzione normativa, che prevede una precisa disciplina in merito alle funzioni associate e ai percorsi di unione e fusione dei Comuni, che non devono più essere interpretate come meri adempimenti normativi, ma come opportunità concrete per rafforzare un “pensiero forte” sui territori, sul piano politico – istituzionale, ma anche sociale ed economico e consentire dunque azioni e programmazioni nell’ottica di “area omogenea”.

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