13-05-2017 ore 13:29 | Politica - Dall'italia
di Ilaria Bosi

Lega nord, primarie. Fava: “sfido Salvini, vogliamo continuare a lavorare per il nord”

Lega Nord: è tempo di congresso. Dopo il Partito democratico anche il movimento fondato da Umberto Bossi è chiamato a rinnovare la propria segreteria: lo farà domenica dalle 9 alle 18 in tutte le segreterie provinciali del coordinamento federale che si estende dal Trentino alle Marche. I militanti con un anno di anzianità potranno esprimere il proprio voto attraverso le primarie. A contendersi la leadership del partito il segretario uscente Matteo Salvini e l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava. Due le mozioni in campo. Quella di Salvini che sembra ormai orientato a costruire un partito a dimensione nazionale e spostato verso l’estrema destra e quella di Fava più vicina alle tematiche storiche della Lega nord: autonomia, federalismo e lotta contro la pressione burocratica e fiscale del governo romano. Quasi scontata la vittoria di Matteo Salvini, favorita anche dalla massiccia presenza televisiva e dal controllo della struttura organizzativa del movimento, ma non sono da escludere le sorprese. Una si è già concretizzata: il congresso avrebbe dovuto sancire l’elezione di Salvini per acclamazione, invece lo sfidante è riuscito a raccogliere le firme necessarie per riaprire la partita e domenica sulla scheda elettorale i nomi saranno due. Contattato telefonicamente l’assessore regionale non si è sottratto alle domande della nostra redazione.

 

Assessore Fava, una sfida tutta in salita che si è trasformata in una bella sorpresa.

“Io il mio congresso l’ho già vinto. Quando ho espresso la volontà di candidarmi nessuno si aspettava riuscissi a raccogliere le firme necessarie per farlo ufficialmente. Invece le firme sono arrivate, nonostante tutto”.

 

Ha parlato di difficoltà e ostruzionismo nella raccolta firme: come si è risolta la situazione?

“Sono stato oscurato dai media e dai canali social della Lega nord e in moltissime province chi voleva firmare per me ha avuto difficoltà. Me l’hanno segnalato con video e sms. Ma questo non ha fermato il gruppo forte e unito di persone che più che credere in me come persona crede ancora in ciò che la Lega Nord può fare per i territori del nord”.

 

Crema e Cremona hanno visto una predominanza di firme per Salvini. Quello del congresso è un risultato scontato?

“Sono perfettamente conscio dello strapotere mediatico di Salvini e del fatto che abbia ormai il controllo totale della dirigenza del partito. Qualche firma per me è arrivata anche da Crema e da Cremona ma ovunque l’astensione dei militanti è stata alta. Spero in una maggior partecipazione per domenica: chi crede ancora nella Lega Nord come sindacato del territorio potrà esprimersi nel segreto dell’urna senza minacce di ritorsioni”.

 

Fava contro Salvini, Salvini contro Fava…ma quali sono i contenuti di questo congresso?

“Io mi candido per dar voce a quella parte di militanti che crede ancora nella questione settentrionale. Non sono mai stato un fan della Le Pen e neanche della svolta nazionalista: i lombardi non hanno nulla di cui scusarsi con il sud. Il nostro nome completo è, ancora, Lega nord per l’Indipendenza della Padania. Mi candido perché la Lega Nord continui ad essere la Lega nord. Va bene l’immigrazione, va bene la sicurezza, tutti temi di cui tenere conto ma noi dobbiamo occuparci dei nostri imprenditori, degli artigiani, degli allevatori, delle partite iva, della gente che ha più tasse che stipendio. I 10 mila forestali calabresi non li ha assunti Bruxelles e i 100 miliardi di residuo fiscale se li beve Roma. Dobbiamo riprendere questa battaglia”.

 

Un ritorno al passato?

“Più che altro lo ritengo un ritorno al futuro. L’offerta politica tradizionale della Lega nord è oggi più attuale di 20 anni fa. All’epoca eravamo troppo moderni ora è il nostro momento”.

 

Roberto Maroni ha dichiarato: “Io sostengo chi fa certe battaglie. E’ evidente che chiunque dica che la Lega ha il dovere di difendere il nord fa un discorso per me interessante, per me le battaglie di ieri sono quelle di oggi”. Oltre a Mantova, sua terra d’origine, uno dei posti dove la sua candidatura ha avuto più consenso è stata Varese, terra di Maroni. E’ un endorsment ufficiale?

“Maroni, come Bossi, non conosceva le mie intenzioni. L’ha saputo a decisione presa. Mi ha telefonato e ne abbiamo parlato. La mia scelta però era già ufficiale: io sono il candidato degli oltre mille militanti che mi hanno chiesto di avere voce e di quelli che domenica voteranno a favore del nord. Non ho mai avuto dubbi sul pensiero di Maroni che è anche il mio: siamo la Lega nord per l’indipendenza della Padania. Non una brutta copia di Forza Italia o Fratelli d’Italia”.

 

Mai come in questo periodo l’abbiamo vista vicino a Umberto Bossi. Eppure non vi siete mai amati.

“Abbiamo avuto le nostre divergenze come è giusto che sia in un movimento democratico. Ma il rispetto è sempre stato reciproco. Io non avrei potuto fare il parlamentare della Lega nord se Bossi non mi avesse dato la possibilità di fare politica. Ha sempre valutato i miei risultati al di là delle differenze di opinione. In questa sfida congressuale ha dichiarato spesso in favore ai temi che ho proposto. E ribadisco: io non propongo nulla di nuovo. Io sono per una Lega che vada in continuità con il nostro statuto e la nostra storia politica. Mi interessa che ci si metta a lavorare per mantenere sul territorio i soldi dei Lombardi: 54 miliardi di euro che finiscono a Roma e non tornano con le dovute proporzioni ma vanno a coprire buchi di cui noi non siamo responsabili”.

 

Li ha citati prima: Fratelli d’Italia e Forza Italia. Siete diversi ma siete alleati ovunque, come a Crema.

“Nei giorni scorsi ho chiesto a Salvini di essere coerente. Inutile andare in TV a dire che non vuole Berlusconi e Alfano se poi, come a Crema, siamo costretti ad accettare una candidatura espressione di un partito o di una realtà esterna alla nostra. E questo succede in molti comuni chiamati al voto: abbiamo bisogno di Forza Italia per vincere? Lo ammetta e sia trasparente altrimenti se si sente cosi forte vada in splendida solitudine. Il modello Lombardia funziona: basta avere una condivisione degli obiettivi e patti chiari. A me Berlusconi sta anche bene come alleato purché sposi senza se e senza ma il nostro obiettivo: il referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto. Ci vuole coerenza da ambo le parti”.

 

Cosa succederà lunedì dopo il congresso?

“Comunque vada il mio ruolo sarà di dare voce ai militanti che vogliono una Lega che continui a fare la Lega nord. Da segretario o in minoranza lo dirà solo l’esito delle primarie di domenica. Vincerà Salvini? Sarà il mio segretario ma io continuerò a promuovere la risoluzione della questione settentrionale. Il mio risultato l'ho già ottenuto perchè ci sarò. Mi aspetto di vincere come tutti quelli che competono, ma sono consapevole che, non essendo una competizione alla pari, per copertura mediatica e mezzi, l'ipotesi e' abbastanza remota. Continuo a sperare che, nel segreto dell'urna, i miei voti saranno molti di più di quelli che hanno sottoscritto”.

 

Un appello al voto?

“Voglio continuare a restare nella Lega e diventare portavoce di quella componente che da' priorità alla soluzione della questione settentrionale e di quella parte che crede che la Lega debba continuare a restare il sindacato del nord, che punta alla realizzazione di un fronte identitario fino all'indipendenza, fino alla Padania. Il voto di domenica non è contro Salvini o contro Fava. E’ per decidere cosa vogliamo essere: la Lega nord per l’indipendenza della Padania oppure un movimento centralista che accetta supinamente il governo romano e sbarca al sud”.

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