11-01-2013 ore 10:03 | Politica - Crema
di Emanuele Mandelli

Matteo Piloni mette fine alla querelle sui rimborsi comunali: "fiero di essere un funzionario del Pd"

La telenovela sui rimborsi che il Pd percepisce per il mancato lavoro di Matteo Piloni come funzionario quando svolge mansioni di presidente del consiglio comunale prosgue. Piloni affida il proprio pensiero alla newsletter Una finestra sul consiglio che, giornalista pubblicista, il funzionario del Pd cura periodicamente in prima persona.

Sono di parte e anche superpartes
Il titolo del post è emblematico: "ecco come svolgo il ruolo di presidente del consiglio comunale". In apertura lo stralcio del discorso tenuto la sera del 21 maggio per l’insediamento. “E’ inutile negarlo: sono sempre stato una persona di parte e continuo ad esserlo. Ma stasera sono stato eletto per un ruolo istituzionale, politico e di garanzia. La mia parte principale, quindi, sarà il consiglio comunale, saranno i diritti di ogni singolo consigliere comunale, sia di maggioranza che di minoranza”.

Subito dimesso da coordinatore
"Due giorni dopo - ricorda Piloni - mi sono dimesso da coordinatore del Pd cremasco, con una lettera agli iscritti e agli organismi dirigenti provinciali”. Non solo: “Il mio datore di lavoro rimane comunque il partito. E sono fiero di lavorare per un partito. Perché credo nella Politica e nei partiti. Credo che siano importanti, prima di tutto, per la democrazia e quindi per tutti”.

Non siamo tutti uguali
“Inutile negarlo. La politica e i partiti - si legge nella newsletter - non hanno dato prova di esemplarità. Molti dei cattivi esempi e degli episodi che abbiamo conosciuto tutti negli ultimi mesi, sono ascrivibili alla politica stessa. Ed è comprensibile la sfiducia dei cittadini. Ma non si è tutti uguali. Certe conseguenze non possono e non devono ricadere anche su chi, nei territorio, cerca di fare bene. E lo dico in generale”.

Questa polemica mi ha fatto male
Poi entra nel merito della questione personale: “In questi giorni ho letto di tutto. E non ho alcun imbarazzo nel dire che quanto ho letto, certe affermazioni, certi toni, mi hanno lasciato l’amaro in bocca. La polemica politica non mi spaventa. In greco polemos era conflitto che portava all’armonia, ovvero un dibattito per costruire qualcosa, e non per delegittimare qualcuno. Invece è avvenuto questo. Il tentativo di screditare e delegittimare qualcuno per qualcosa che non ha fatto. La voglia di apparire è prevalsa rispetto al confronto, alla richiesta di informazioni. Poi, come le ciliegie, una dichiarazione ha tirato l’altra. Questo è quanto mi porto a casa da questa esperienza, che nel merito non mi riguarda”.

Come lavoro lo avevo detto sei mesi fa
Per finire Piloni ricorda un'altra dichiarazione di intenti che aveva fatto già a giugno del 2012 riguardante il suo modus operandi. “la mia indennità è di 651,50 euro lordi mensili (per 12 mensilità) avendo rinunciato all’aspettativa. Ho scelto, grazie alla squisita disponibilità della struttura, di ritagliarmi un ufficio, non tanto per me, ma per dare seguito a ciò che ho in mente. Essere un punto di riferimento non solo dei consiglieri comunali, ma soprattutto dei cittadini, per qualunque questione. E’ questo che ho in mente per il mio ruolo, oltre a ciò che è previsto dal regolamento. E il computer che ho in dotazione era quello che utilizzava l’ex assessore Mariani”.

La frecciata ad Agazzi
La chiosa è una chiara frecciata ad Antonio Agazzi, suo predecessore come presidente del consiglio comunale: “ecco come io faccio il Presidente del Consiglio Comunale. In maniera diversa rispetto al passato, senza dubbio. Non a tutti piacerà, e anche su questo non v’è dubbio. Ma su questo, nel merito di questo, vorrei essere giudicato. Non per fare un favore a me, sia chiaro, ma nel rispetto di tutti e soprattutto delle Istituzioni”.
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