10-03-2017 ore 12:24 | Politica - Dal cremasco
di Francesco Ferri

Scrp e il Cremasco. Antonio Grassi: “lavora per Crema e non serve ai piccoli comuni”

“Scrp serve alla città, non ai piccoli comuni”. Ad affermarlo è il sindaco di Casale Cremasco Vidolasco Antonio Grassi. Tre i punti analizzati (in allegato la nota integrale) a supporto della tesi. La maggior parte delle gare in cui è impegnata Scrp servono al comune di Crema, socio che detiene la maggioranza delle azioni e ha un peso significativo nelle decisioni.

 

Rifiuti, illuminazione e varchi

“I soci di Scrp sono cinquantatré. Su dieci gare cinque sono per Crema, due per Dovera, una per venti soci e un’altra per trentanove”. Alcuni comuni “non partecipano alla gara dell’illuminazione e a quella dei varchi”. Per questo secondo Grassi “Scrp lavora in modo massiccio per Crema”. Un discorso diverso riguarda l’affidamento del servizio di igiene ambientale. “Dopo tre anni l’iter non è ancora concluso. Il comune di Trescore ha scelto il fai da te e l’ha già assegnato. Anche Palazzo Pignano ha optato per l’autonomia e procede spedito. I piccoli comuni possono cavarsela egregiamente da soli” con il vantaggio di conoscere “le spese per la procedura, al contrario di quanto accade con Scrp”. Nessun socio conosce ancora “quanto è costata alla società l’operazione rifiuti”.

 

Veto e imposizione

“Crema detiene il 25,68 % delle azioni, la quota maggiore”. Scrp è una società per azioni e “il peso del voto in assemblea è proporzionale alle azioni in portafoglio”. Crema esercita il “diritto di veto e d’imposizione”. Questo è successo per la gara rifiuti: “ha voluto tra i servizi essenziali la pulizia dei mercati” anche se molti comuni erano contrari perchè “non necessitano del servizio”.

 

I quattro moschettieri e la Provincia

Secondo il sindaco di Casale “Scrp è condizionata da un oligarchia che esclude i piccoli comuni. Offanengo, Pandino e Castelleone si sono sempre schierate con Crema. I quattro moschettieri insieme detengono il 44,59% delle azioni. Basta un patto tra loro e non ce n’è per nessuno”. Grassi chiama in causa anche la Provincia. “Detiene il 4% delle azioni. Senza scandalo la sua quota può definirsi politica. E’ infatti lecito pensare che nelle votazioni si schieri correttamente con il partito che ha espresso il presidente. Nel caso specifico è lo stesso partito che ha eletto il sindaco di Crema”.

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