09-11-2017 ore 15:48 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Cda del san Domenico, tra repliche e post, un movimentato Consiglio comunale

Intrisa di fascino e mistero, la Fondazione san Domenico non poteva che essere al centro dell'ennesima pagina politica cremasca. Per qualcuno ricca d'intrighi, trame sotterranee e inciuci. Eppure, al netto di qualche sprazzo di (evidentemente involontaria) comicità, foriera di un inevitabile "tragico" finale. Con 16 voti per Marta Fontanella a 6 per Emanuele Mandelli il consiglio comunale di Crema ha eletto il proprio rappresentante nel consiglio di amministrazione della Fondazione san Domenico dopo le dimissioni di Domenico Baronio (in quota 5 Stelle, qui il dettaglio). Candidata alle ultime comunali per Forza Italia, l’avvocato Fontanella (in allegato il suo curriculum) non è stata sostenuta in modo compatto dal centrodestra ma solo dal capogruppo azzurro Antonio Agazzi e dal consigliere Simone Beretta. Alla sua elezione ha contribuito la maggioranza con una corposa dose di voti. Di contro il candidato del Movimento 5 Stelle, Mandelli  (in allegato il suo curriculum), ha incassato il dovuto appoggio del pentastellato Carlo Cattaneo quindi quelli inattesi di Laura Zanibelli (in difformità rispetto ai colleghi di Forza Italia), di Tiziano Filipponi ed Andrea Agazzi della Lega Nord, di Sandro Di Martino e di Enrico Zucchi.

 

Il post su facebook

Ormai non fanno più notizia la netta divisione tra i banchi della minoranza nè gli strascichi polemici sui social network. La rottura è completa  e difficilmente verrà ricomposta. Un esponente di lungo corso della maggioranza ripete spesso ai cronisti che incontra: "non sembra neanche vero. Fanno tutto loro". Nel dibattito nato su facebook in seguito alla votazione, Antonio Agazzi ha raccontato che il capogruppo della Lega Nord aveva chiesto ai colleghi di minoranza di sostenere la candidatura della sua "compagna; io, tuttavia, Gli ho confermato che non arretravo rispetto alla proposta di Marta Fontanella e il giorno del consiglio comunale ho appreso che Lega, Zucchi e i Suoi e Zanibelli, utilizzando il solito Donida, avevano virato - strumentalmente, dico io - sul candidato del M5S, Mandelli”.

 

Il nome unitario e i diversi cda

Allarghiamo il campo. “Il caso del san Domenico è tutt’altra cosa” replica il capogruppo della Lega, Andrea Agazzi: “Entrava nel discorso legato ai diversi bandi che sono stati pubblicati dall’amministrazione comunale. Oltre a quello nella fondazione san Domenico, alla minoranza spetterebbe anche l’espressione di un proprio rappresentante nel cda della colonia di Finalpia e nel cda delle farmacie”. Nel caso del teatro e della scuola di musica, la Lega Nord “ha cercato di proporre un nome unitario. Abbiamo lavorato per giorni. Le selezioni sono state totalmente aperte a tutti i militanti e sono state viste, confermate e autorizzate dal commissario provinciale. Far passare che la candidatura della Lega è dovuta al fatto che sia la mia compagna sfiora il ridicolo. Sono chiacchiere da bar, non me lo aspetto dai nostri alleati”.

 

Atteggiamenti e diritti

Per Agazzi è doveroso sottolineare come sia “vergognoso l’atteggiamento della maggioranza, che sposa i diritti di tutti ma non permette in questo caso ad una giovane donna di mettere al servizio le proprie competenze per la propria città. Quando ho appreso che non c’era la possibilità di convergere su un unico nome, abbiamo portato la cosa a livello delle segreterie politiche”. A questo punto Enrico Zucchi ed Andrea Agazzi hanno deciso di non esprimere una nuova candidatura ma di condividere quella messa in campo dai Cinque stelle”. Nessun retro pensiero, quindi, ma una strategia chiara: “la logica? Il nostro candidato non raccoglieva unità d'intenti. Inoltre manca poco alla conclusione del mandato del cda del san Domenico e la figura da sostituire era già dei 5 stelle”. 

 

La maggioranza allargata

Il problema, prosegue l'esponente del Carroccio, è nato in consiglio, quando “Antonio e Simone” hanno optato per un’altra figura. In poche parole hanno “tentato di essere una maggioranza allargata. Non hanno seguito le indicazioni della loro segreteria", quindi “si prenderanno la responsabilità davanti al partito e agli elettori. Nei fatti continuano a fare accordi con la maggioranza”. Andrea Agazzi sostiene di avere un comportamento politicamente cristallino. Si dice coerente: “crediamo di sapere cosa vorrebbe la città dal centrodestra cremasco. Le cose che facciamo sono in accordo con tutte le segreterie. Se qualcuno viene in consiglio per smanie di protagonismo son problemi suoi”.

 

Esperti, querele e bisticci

Eppure i bisticci in casa degli alleati li sentono tutti. Impossibile fingere: “Ho molto, troppo rispetto di Forza Italia per potermi esprimere al riguardo. Saranno loro a decidere come comportarsi. Ne prenderemo atto”. Beretta ha spiegato di non poter accettare la candidatura di un Cinque stelle perché per Berlusconi “sono il male assoluto”. Per Agazzi “Beretta è troppo esperto per non sapere che non si mescolano le vicende locali con quelle nazionali”. In chiusura il “bisticcio” con Matteo Gramignoli, che aveva evidenziato il fatto che Mandelli fosse stato querelato da Zucchi in campagna elettorale ed ora sostenuto: “Argomento senso senso. Vorrebbe dire che dovremmo tenergli il broncio per sempre?”

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