09-02-2016 ore 19:01 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Maggiori risorse per i servizi e per il personale, il cremasco alza la voce

Il comparto sanitario è troppo squilibrato in favore di Cremona, non solo per quanto concerne il personale, ma anche e soprattutto per quanto riguarda il denaro a disposizione. A risentirne sono operatori sanitari e cittadini, costretti a subire l'ingiustificata ingordigia del capoluogo, che peraltro ha un numero inferiore di abitanti: 158.529 contro 163.935.

 

Il vertice odierno

Oggi presso l'ospedale di Crema, con il direttore generale Luigi Ablondi a fare da padrone di casa, i membri della Commissione sanità dell’Area Omogenea – accompagnati dal presidente della Fondazione Cremaschi, Paolo Giovanni Bertoluzzi – hanno fatto presente al direttore dell’Ats Valpadana Aldo Bellini che sono arrabbiati e pronti a lottare perché al nostro territorio vengano destinate non solo le risorse che ci spettano, ma anche la definizione del Nuovo Robbiani di Soresina e l’attivazione di un distretto cremasco come previsto dalle legge che ha introdotto il nuovo assetto della sanità lombarda.

 

I dettagli di spesa

Entriamo nel dettaglio: al Cremasco arrivano 2 milioni e mezzo di euro in meno rispetto al Cremonese per la cura dei pazienti acuti, 1 milione e 200 mila euro in meno per la medicina specialistica, 1 milione di euro in meno per la riabilitazione sanitaria, 172 mila euro in meno per l'assistenza domiciliare integrata, addirittura 3 milioni e mezzo di euro in meno nel settore psichiatrico e 4 milioni e 400 mila euro in meno per le Rsa, mentre nell'area disabili il disavanzo è di oltre 1 milione e mezzo di euro. A conti fatti si tratta di qualcosa come 13 milioni di euro, non certo noccioline.

 

Distretto cremasco

I sindaci cremaschi hanno presentato anche un documento - in allegato - con soluzioni pratiche e percorribili. Bellini ha condiviso gran parte delle osservazioni avanzate senza però prendere un impegno preciso. “Encomiabile per la disponibilità nell’accettare il confronto – spiegano i membri della Commissione cremasca - Bellini è invece risultato vago nel prendere impegni precisi, scelta comprensibile essendo il primo incontro, ma non soddisfacente. Nel complesso un incontro positivo, ma anche un segnale importante per il Cremasco: ottenuta l’autonomia dovrà conquistarsi anche le risorse che gli competono. Servirà coesione, unità d’intenti e la perseveranza ad insistere nelle richieste”.

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