09-02-2016 ore 15:30 | Politica - Crema
di Angelo Tagliani

Area vasta, da Rattazzi alla metropoli. Tino Arpini sul ruolo del Cremasco

Prosegue il dibattito in seno alla politica cremasca per quanto concerne l'attuazione della cosiddetta Legge Del Rio. Secondo Tino Arpini, “la nostra posizione geografica baricentrica, mal sfruttata in passato per ottenere infrastrutture importanti, quali strade o ferrovia, ci consente di guardarci letteralmente attorno e di valutare più opzioni”.

 

Pianeta metropolitano

“Sul piano storico e culturale avremmo grandi affinità con il bergamasco e col bresciano. Sul piano economico, non v’è alcun dubbio che la nostra propensione classica è al milanese e le nuove infrastrutture viarie, raddoppio della Paullese e Brebemi, ci rendono sempre più satellite del grande pianeta metropolitano, del quale beneficiamo volentieri, sin dal dopoguerra, di una innegabile “sudditanza” economica che potrebbe persino incrementarsi”.

 

Decreto di Rattazzi

Per il capogruppo di Solo cose buone per Crema, “sul piano politico siamo inseriti da 117 anni nella provincia di Cremona da un Decreto di Rattazzi a seguito dell'annessione della Lombardia al Regno di Sardegna. Ci stiamo da lunghi anni, senza aver mai appianato diffidenze e differenze, in costante atteggiamento di reciproca bonaria rivalità che, anzi, negli ultimi anni va sempre più radicalizzandosi a causa di cosiddette “razionalizzazioni” organizzative di servizi primari, da parte di livelli politici superiori, le quali fanno registrare impoverimenti o, peggio, depauperamenti, sempre a danno del territorio Cremasco”.

 

Ospedale e Tribunale

Secondo Arpini, al riguardo, “Ospedale e Tribunale insegnano. Nel primo caso la partita, a livello Regionale, s’è risolta con successo per la tenacia dei cremaschi, con la fattiva collaborazione da parte dei rappresentanti istituzionali di Cremona, mentre nel secondo caso, abbiamo subìto una perdita gravissima per la sicurezza e l’economia di tutto il nostro territorio, con la compiacenza del parlamentare “di peso” in ambito decisionale, il cremonese Pizzetti. Siccome nel futuro si prevedono altri accorpamenti di servizi, quali questure e camere di commercio, dove Cremona, vista la sua posizione geografica, viene aggregata a Mantova, il ruolo del cremasco sarebbe ulteriormente depotenziato, marginale e periferico rispetto ai centri decisionali”.

 

Crema-Lodi-Treviglio

Arpini spiega di preferire “l’aggregazione ad una Area Vasta metropolitana o ad un’Area Vasta Crema-Lodi-Treviglio”, scardinando “relazioni politiche e organizzazioni partitiche radicate da anni, che garantiscono sopravvivenza politica, intesa come bacini elettorali, a tanti personaggi o a poteri/organizzazioni forti, come i partiti. Per questo molti politici sono conservatori e altri non parlano o sono freddi, ma lavorano sott’acqua; in realtà questi ultimi sono in linea con i primi, solo meno coraggiosi; purtroppo non sempre gli interessi di una comunità sono prevalenti rispetto a quelli particolari o personali”.

 

Contributi e sintonie

“Sul tema – conclude Arpini - sono in piena sintonia con il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, invitandola però ad atteggiamenti meno divisivi con i suoi colleghi dell’Area, con il consigliere regionale Agostino Alloni e col consigliere comunale Antonio Agazzi. Spero che altri contributi non equivoci, disinteressati e convincenti vengano da altre personalità e da molti concittadini, in un confronto costruttivo per il miglior futuro del Cremasco”.

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