09-01-2017 ore 11:16 | Politica - Casale Cremasco
di Andrea Galvani

Il Cremasco ed il futuro di Scrp. Antonio Grassi: “Non esiste alcun consesso politico che esprima i bisogni del territorio”

Anno nuovo, vita nuova. Eppure alcuni temi territoriali sembrano non rispondere all’antico adagio. Il 2017 pare vedrà finalmente esaurita la fase della “necessaria riflessione sul problema del futuro di Scrp”, la patrimoniale del Cremasco che pare prossima alla modifica del proprio Statuto. Notizia annunciata dal presidente Pietro Moro.

 

La linea della società

“La politica, intesa come insieme di comuni cremaschi, indirizza e Scrp esegue. Concetto semplice e lineare. Ineccepibile, ma di difficile praticabilità se si parla di Scrp. Perché?”. In un articolato documento – integrale in allegato - il sindaco di Casale Cremasco e Vidolasco, Antonio Grassi, sostiene che siano cinque le motivazioni, a partire dal fatto che “nel Cremasco non c’è un organismo politico, autonomo da Scrp, dove i sindaci possano decidere in modo paritetico (una testa, un voto) la linea della società. Non esiste infatti alcun consesso politico che esprima i bisogni del territorio da trasmettere a Scrp”.

 

Quote azionarie

Essendo Scrp – la società cremasca reti e patrimonio - una società per azioni, sottolinea Grassi “segue le regole del diritto societario, particolare che - nei fatti – fornisce la possibilità di veto o di imposizione ai comuni che detengono le quote azionarie più consistenti. Quote che rispecchiano il numero degli abitanti. Ne deriva che Crema occupa una posizione egemone. Più che legittima ma oggettivamente penalizzante per i piccoli comuni. Praticamente la città si fa arbitro dei bisogni del territorio, quando questi bisogni sono discussi e votati dall’assemblea di Scrp”.

 

Chi indirizza e chi sceglie

Per Grassi “la modifica dello Statuto è utile solo se incide sul rapporto spurio oggi esistente tra gli organismi che indirizzano le scelte di Scrp e quelli che li realizzano. Fuori dai denti la modifica dello Statuto è utile solo se contribuisce a risolvere l’equivoco che attualmente permette di non individuare responsabili di eventuali manchevolezze nella gestione della società. Si cassi subito l’idea di qualsiasi ipotesi forcaiola, ma perbacco, in un’azienda minimamente organizzata e trasparente la prima regola è chi fa cosa con i relativi oneri ed onori”.

 

Autonomia ed autorevolezza

Per “normalizzare” la situazione di Scrp, conclude il sindaco di Casale “non basta la sola modifica dello Statuto. È necessaria la creazione di un organismo politico degno di tale nome, con la capacità, l’autorevolezza, l’autonomia nello svolgere il compito assegnatogli. E, sia concessa la brutalità, occorre rispondere ad un quesito: Scrp serve ancora?”

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