07-10-2014 ore 20:15 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema, in Consiglio l'ora della responsabilità. Ancorotti: “invito la comunità islamica ad un incontro comune”

Il consiglio comunale odierno si è aperto qualche minuto dopo le 18 con una doppia manifestazione di solidarietà al sindaco per gli insulti ricevuti in seguito alla decisione dell'amministrazione di dar corso alla richiesta di realizzazione di un luogo di culto per la comunità islamica cremasca in via Milano.

 

Consenso del momento

“Insultando il sindaco – ha spiegato Teresa Caso, intervenuta a nome della maggioranza – s'insulta tutta una comunità. Uomini e donne che vogliono una città inclusiva dove ciascuno possa vivere serenamente. Le offese sono scaturite da un clima alimentato anche da chi non ha esitato ad alzare i toni, esacerbando gli animi di alcuni cremaschi, mostrando di avere a cuore più che il bene della collettività, un presunto consenso del momento”.

 

Fomentare le divisioni

Il tema è certo delicato, “fonte di reazioni irrazionali e spesso basato su pregiudizi e informazioni inesatte. Frasi buttate qua e là, inesattezze, disinformazione, usate strumentalmente per surriscaldare il clima e fomentare una divisione che non appartiene alla cultura della nostra comunità e che pretende di riconoscere a uomini, donne e bambini i diritti sanciti dalla nostra Costituzione in modo discrezionale, sulla base della loro fede religiosa”.

 

Foto © Cremaonline.it

 

Richiesta legittima

In questo modo, ha aggiunto Teresa Caso, “si chiede che l'amministrazione soprassieda ad una richiesta assolutamente legittima di nostri concittadini di fede musulmana, che vivono qui da anni, hanno famiglia e figli spesso nati qua”. Una richiesta ignorata dalla passata amministrazione, prendendo a pretesto di tutto: “abbiamo sentito di tutto, la spesa che in realtà non è a carico dell'amministrazione, equiparando ogni musulmano ad un potenziale terrorista e cose del genere”.

 

La responsabilità

“Si vuole negare loro un luogo dignitoso dove pregare. Devono avere lo stesso diritto di cittadinanza e di rispetto degli altri. Le manifestazioni di intolleranza, minoritarie certamente, hanno superato i limiti accettabili e devono chiamare tutti alla responsabilità, a cominciare da coloro che siedono in quest'aula”. Nella nostra città – ha concluso Teresa Caso - vogliamo rispetto reciproco, “non paura o ghetti culturali in cui marginalizzare chi è diverso. Un cittadino riconosciuto, rispettato e protetto, ama a sua volta la comunità in cui vive. La società civile non si basa sulla paura o sulla discriminazione”.

 

La continenza del linguaggio

Del medesimo avviso Renato Ancorotti, Forza Italia: “le offese al sindaco hanno superato ogni logica e al di fuori di ogni contesto politico. Pur nella diversità di concezione, nella diversità ideologica, siamo solidali col sindaco”. L'esponente di centrodestra ha spiegato di non voler “diventare integralista contro l'Islam”. Proprio per questo, ha aggiunto, “è fondamentale incontrarsi e procedere con cautela”.

 

L'incontro comune

Certo, ha aggiunto l'imprenditore cremasco, non tutti i timori sono da accantonare con leggerezza: “Dobbiamo aiutare i nostri concittadini musulmani perché non si insinuino tra di loro logiche integraliste, dobbiamo ragionare con loro prima di spingerci troppo oltre. Nella Costituzione italiana è spiegato chiaramente che l'uomo è uguale alla donna; tra i musulmani moderati è lo stesso, bene, lo vorrei vedere scritto e sottoscritto in un un patto d'onore tra l'amministrazione e la comunità islamica. Anzi, invito la Comunità islamica a un incontro comune: parliamo, affrontiamo anche gli argomenti spinosi ma non dividiamo la città”.

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