07-08-2015 ore 10:29 | Politica - Credera Rubbiano
di Stefano Zaninelli

Credera Rubbiano, Consiglio straordinario. Il sindaco: “niente contratti tra Prefetto e privati senza consultare l’amministrazione”

Una mozione per “chiedere al prefetto di smettere di stipulare dei contratti con i privati, al fine di accogliere i profughi, senza coinvolgere le amministrazioni comunali”: questo l’ordine del giorno approvato ieri sera dal Consiglio comunale di Credera Rubbiano – in seduta straordinaria – illustrato dal sindaco Matteo Guerini Rocco. Circa un centinaio le persone che hanno assistito al Consiglio nella piazzetta esterna del municipio e che, poco più tardi, hanno preso parte all’assemblea cittadina.

 

Nessun locale idoneo

“All’appello del Prefetto – ha spiegato il sindaco – Credera ha risposto di non avere locali liberi o idonei da assegnare all’accoglienza. Lunedì mattina una grossa società del territorio (Snam) è stata contattata dalla prefettura, secondo la quale ci sarebbero dei fondi per mettere a norma alcuni locali dello stabile di Credera. Quella intrapresa dal prefetto è una strategia scorretta e sbagliata: saranno i cittadini di Credera a pagare le eventuali inadempienze se il privato non sarà in grado di garantire l’accoglienza. Dobbiamo scongiurare il rischio che la gestione degli immigrati non diventi un business sulla pelle dei profughi”.

 

Problema serio

Solo Fulvio Facchi, consigliere di minoranza, ha chiesto di “ritirare la mozione ed organizzarci con gli altri Comuni del subambito, con il Cremasco e poi con il prefetto. Il problema rimane ed è serio, ma dobbiamo chiederci se preferiamo gestire il flusso dei migranti o piuttosto subirlo”. Inequivocabile il roboante no del pubblico quando Facchi ha chiesto: “siamo disposti ad accogliere l’invito di Papa Francesco all’accoglienza? Credo le nostre comunità siano in grado di svolgere il compito a loro eventualmente assegnato – ha concluso il consigliere di minoranza – ma solo se uniti”.

 

Fulvio Facchi, Stefano Merisio, Rosangela Doldi, Matteo Guerini Rocco, Mario Policella, Valentina Cagni, Giovanni Clemente (foto © Cremaonline.it)

L’assemblea cittadina

Archiviata la seduta consiliare, sindaco e consiglieri hanno aperto l’assemblea cittadina. Molto partecipe la platea, che non ha disdegnato di esprimersi con insulti e fischi. “Quel che è successo a Chieve – è intervenuto un residente, che ha preferito rimanere anonimo – è dovuto al fatto che è mancata la discussione; il numero di profughi dovrebbe essere spalmato su tutti i Comuni”. “Non li vogliamo – ha fatto eco un’altra residente – perché si sente ogni giorno di quello che fanno: rapine, stupri e gestacci mentre passano per il paese”.

 

Mancanza di speranza

A surriscaldare ancor di più i già roventi animi dei presenti, l’intervento di Maria Dolores Sovardi: “il prefetto sta solo attuando l’indirizzo che arriva dall’Anci, ovvero di spalmare sul territorio i migranti in arrivo. Capisco che qui nessun discorso morale potrà mai attecchire – affermazione, queste, che le è valsa applausi scroscianti – ma in occasioni come queste dovremmo ricordarci dei nostri vecchi, che durante la povertà hanno sempre trovato una scodella di cibo e un po’ di ospitalità. Il problema vero è che oggi viviamo in una condizione peggiore della povertà: la mancanza di speranza”.

 

La diffidenza

Se da una parte, come ha affermato un residente, c’è la consapevolezza che “questa situazione l’abbiamo creata noi nel corso degli anni, accettando i clandestini e nascondendoli nelle nostre aziende pagandoli in nero”, dall’altra la diffidenza è alimentata anche nei confronti della Snam: “siamo sicuri che i suoi stabili siano tutti a norma?”. All’assemblea cittadina hanno preso parte anche alcuni esponenti del Comitato cittadini di Chieve, che tramite il sindaco Davide Bettinelli hanno portato la loro recente esperienza.

 

Il presidio a Chieve

In concomitanza con lo svolgimento del consiglio straorinario, a Chieve si è svolto il presidio organizzato da Casa Pound in merito alla presenza dei migranti nella palazzina di piazza Don Lino Zambonelli. Una cinquantina i partecipanti, giunti da Cremona e Brescia, che in piazza Roma hanno dato vita ad un volantinaggio a sostegno del Comitato cittadino di Chieve.

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