07-07-2015 ore 10:30 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Largo Ugo Dossena. Volantinaggio in difesa “dell’ospedale e del diritto alla salute”

“In questi anni i cittadini del Cremasco sono stati trattati dai governi nazionali e Regionali come cittadini di serie B, sono stati scippati al territorio servizi importanti quali le sedi di Telecom ed Enel, il tribunale ed alcuni uffici postali; ora si vorrebbe spogliare l’ospedale riducendo, fino a quasi ad annullarla, la possibilità di cura per gli abitanti. È una deriva inaccettabile, che solamente la mobilitazione popolare può arrestare; siamo pronti a dare il nostro contributo al fianco dei cittadini e dei sindaci”.

 

Il volantinaggio

Questo il messaggio contenuto nel volantino che stamattina alcuni esponenti e simpatizzanti di Rifondazione comunista e del comitato cremasco L’altra Europa con Tsipras hanno consegnato davanti al presidio ospedaliero di largo Ugo Dossena. Quattro gli aderenti al volantinaggio: Mario Lottaroli, Celestino De Ruvo e Rosolo Assandri per Rifondazione e Ilaria Dioli, simpatizzante del comitato L’altra Europa con Tsipras oltreché sindaco di Casaletto Vaprio.

 

Tagli alla Sanità

Tutto parte dalla “legge di Stabilità 2015 varata dal governo Renzi, che prevede un taglio di 2,35 miliardi di euro di spesa sanitaria, Questo taglio si aggiunge a quelli effettuati negli scorsi anni, calcolati dalla Corte dei Conti nell’ordine di 30 miliardi di euro a partire dal 2010. Una massiccia riduzione della spesa che grava soprattutto sulla sanità pubblica e sui cittadini costretti a pagare ticket sempre più salati, mentre la sanità privata ha continuato indisturbata ad assorbire risorse nonostante gli innumerevoli scandali e ruberie”.

 

Perdita dei servizi

Regione Lombardia ha deciso il ridimensionamento e la perdita dell’autonomia gestionale dell’Ospedale Maggiore di Crema, accorpandolo a quello di Cremona e Mantova. Il direttore dell’azienda ospedaliera, Luigi Ablondi, rispondendo prontamente al desiderio del suo datore di lavoro, ha messo a punto un piano che prevede l’abbandono e la chiusura di importanti dipartimenti e reparti di degenza: radiologia, laboratorio analisi, centro trasfusionale, laboratorio anatomia patologica, oltre la rimodulazione delle fasce orarie del pronto soccorso. A rischio sono i reparti di otorinolaringoiatria, ostetricia, gastroenterologia, cardiologia, oncologia”.

 

Favorire i privati

“Ciò mette a rischio 1300 posti di lavoro del personale medico e paramedico, oltre a quelli dell’indotto. Diamo per scontato che l’ospedale penalizzato dai tagli alla spesa di Renzi e dalla controriforma Maroni non riuscirà a fornire le prestazioni e le cure necessaria ad una popolazione di 163 mila residenti nel distretto cremasco, popolazione che sta invecchiando e cronicizzando le patologie; a questo punto, come in un brutto film già visto, arriveranno le convenzioni con le strutture private – concludono – magari gestite dagli amici dei politici della Lega, di Comunione e liberazione e del centrodestra”.

602