06-07-2017 ore 20:08 | Politica - Crema
di Ilaria Bosi

Crema. Post elezioni, Renato Ancorotti su Forza Italia: “demolire e rifare”. L’intervista

“Il risultato di Forza Italia in questa tornata elettorale è stato disastroso”. Renato Ancorotti, presidente di Forza Italia Crema e imprenditore, parla con la schiettezza che abbiamo ormai imparato a conoscere. La sconfitta di Chicco Zucchi alle recenti elezioni amministrative non ha fatto altro che mettere in luce lacerazioni e guerre intestine al centro destra mai ricucite né sopite. Rincara la dose l’imprenditore cremasco: “Forza Italia ha perso più del 12% se facciamo quattro conti. Provi a togliere i voti di Arpini, di Agazzi e di Patrini che nel 2012 erano in un’altra lista: resta in pratica un partito che vale su per giù il 9%. Non è un risultato deludente: è disastroso”.

 

Con i suoi 404 voti Agazzi si trova però sul banco degli imputati. Lo accusano di essere una delle cause della sconfitta. Non lo ritiene una risorsa?

“Questo dipende da lui. Solo lui può decidere se vuole essere una risorsa o un battitore libero. Ha preso un numero di voti che è un risultato eccellente ma non lo pone nel ruolo di sindaco in pectore”.

 

401 voti li aveva presi pure lei nel 2007..

“Si ma non mi sono mai sentito né comportato da sindaco per l’ottimo risultato. Nella competizione successiva ne ho presi molti meno. La politica è cosi”.

 

In Lombardia Forza Italia si è presentata alleata con la Lega e ha vinto praticamente ovunque. A Crema no: a cosa attribuisce l’alto astensionismo dei vostri elettori?

“Su Forza Italia Crema ho una mia teoria: dobbiamo farci una domanda in modo serio”.

 

Quale?

“La domanda è: la classe dirigente che abbiamo è attrattiva? Non sarebbe forse il caso di cambiare la struttura del partito? I cittadini non si avvicinano più a noi e non ci votano perché non si identificano in quello che viene proposto”.

 

Eppure poco più di un anno fa lei è stato sconfitto al congresso da un volto nuovo: Gianmario Donida.

“Donida un volto nuovo? Ci sono persone che pur essendo appena arrivate non sono nuove. Se poi il nuovo che avanza ti fa rimpiangere la vecchia dirigenza qualcosa non funziona. Sono partiti con l’idea di asfaltare Beretta e sono finiti ad asfaltare il partito. L’ esperienza serve per trasmetterla ai giovani.. Lei vede forse dei giovani in Forza Italia? Si contano sulle dita di una mano. È una questione di attrattività: i giovani e le persone di centro destra si sono allontanate da questo sistema autoreferenziale”.

 

Quali sono le cause della sconfitta?

“La sconfitta è frutto di molte variabili. Zucchi era un buon candidato: anche se il partito non ha fatto uno sforzo per cercarne uno proprio, era tra quelli che con il vento favorevole e le giuste alleanze avrebbero potuto vincere”.

 

Con lei avrebbero vinto al primo turno?

“Io non faccio l’allenatore del giorno dopo. Al Bar sport tutti sono tutti bravi a vincere la finale il giorno dopo. La politica si fa con i risultati. E io non mi sono candidato: quindi non possiamo saperlo”.

 

Torniamo a Forza Italia: Agazzi sarà il presidente del Consiglio comunale?

“Credo sarebbe inopportuno sia per la sinistra sia per il centrodestra. Simpaticamente Agazzi mi sembra un po’ come Sisifo, costretto a portare il masso in cima alla montagna, ma appena arrivava in vetta il masso precipitava. Fa buoni risultati ma dopo 30 anni di politica”.

 

Invece Donida si ritiene soddisfatto per il risultato...

“Io non solo non sono soddisfatto, ma ho il dubbio che Donida pensi di essere in un’altra città dove non è avvenuto questo disastro”.

 

Donida si dovrebbe dimettere?

“È una questione di dignità personale: c’è chi l’ha e chi no, come il coraggio per Don Abbondio”.

 

Lo ritiene uno dei responsabili?

“Mettere nella lista di Forza Italia moglie e zia non è stata una operazione di alta politica ma più da casa Vianello. Abbiamo perso per una serie di concause: perché ognuno ha pensato a se stesso, nessuno ha fatto una vera campagna politica, ma ha solo pensato a difendere il suo piatto di fagioli e non a lavorare per il risultato. Si dovrebbe ragionare in termini di realpolitik; qualcuno invece è più portato alla paracülpolitik”.

 

Nel coordinamento di venerdì (anticipato da Crema Online) Donida annuncia sanzioni anche per coloro che hanno atteso i risultati elettorali in piazza Duomo. Lei era li?

“Certamente sì: attendo i risultati elettorali dove più mi pare. Non devo rendere conto ad un coordinatore che per recarsi a casa ha bisogno di un navigatore. Questo la dice lunga su come può coordinare il partito”.

 

Quali sono le prospettive per il futuro?

“Forza Italia a Crema è come una casa non più ristrutturabile: va demolita e rifatta nuova. Sto molto riflettendo sulla mia posizione. Io ho dei valori e delle proposte di centrodestra che non si rispecchiano nell’attuale partito”.

 

Sta dicendo che intende ritirarsi a vita privata?

“Credo che quello che la nostra azienda sta facendo sia comunque definibile come qualcosa di interesse pubblico. Abbiamo assunto a tempo indeterminato 100 persone in un anno, stiamo ristrutturando un capannone da 30 mila metri quadrati e avere questo programma di espansone per l’azienda credo sia una cosa utile alla città. Più delle elezioni. Il mio contributo non manca: crescita, occupazione, posti di lavoro per la nostra città sono quanto di meglio posso offrire. Fare l’imprenditore è creare ricchezza per poi distribuirla. Se non si crea ricchezza non si può distribuire nulla. Questo la politica lo sta ampiamente dimostrando”.

 

Cosa ne pensa Renato Ancorotti della politica attuale?

“Credo che il mondo della politica sia terribilmente lontano dalle esigenze dei cittadini. E' autoreferenziale, costoso e molto poco utile. Non tutti i politici lo sono: una percentuale molto piccola è utile e fa bene quello per cui è chiamata ad impegnarsi. Il resto è sotto gli occhi di tutti”.

 

Perché ritiene che la politica non sia utile?

“Perché affronta poco e male i problemi dell’economia. Programmare investimenti, sostenere chi fa impresa serve a questo paese, a questa provincia, a questa città. Bisogna affrontare, in fretta, i problemi dell’economia locale: la cosa importante sono i posti di lavoro e l’occupazione, che devono tornare ad essere uno dei cardini della politica se davvero vogliamo rinnovarla. Dare tranquillità e prosperità alle famiglie, l’opportunità per i giovani di lavorare e formarsi qui, a Crema, e non all’estero, è il primo passo fondamentale per far tornare gli elettori alle urne”.

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