06-07-2015 ore 20:07 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. La seconda manifestazione contro la soppressione delle Poste a Ombriano

“Le Poste di Ombriano per me sono sempre state un punto di riferimento”, ha confessato un residente durante il presidio all’ufficio postale di via Cavour. Come lui, una ventina di persone hanno aderito alla protesta di stamattina: “una partecipazione, purtroppo, molto al di sotto delle aspettative, anche rispetto alle 1400 firme raccolte nei mesi scorsi contro la soppressione del presidio di via Torre”, ha ammesso amareggiato Tino Arpini, consigliere della lista civica Solo cose buone per Crema.

 

Partecipazione timida

All'appuntamento alle ore 10, per la seconda manifestazione di protesta contro la soppressione dell’Ufficio postale di via Torre,oltre a qualche cittadino e al parroco di Ombriano, don Mario Botti, hanno partecipato alcuni esponenti politici: il sindaco Stefania Bonaldi, l’onorevole Franco Bordo (SeL), i consiglieri piddini Gianluca Giossi ed Emilio Guerini, Tino Arpini (unico consigliere di minoranza), Gabriele Piazzoni e Agnese Gramignoli (SeL).

 

Azione territoriale

“Quella di stamattina è un’azione territoriale – ha spiegato il deputato Bordo – che riguarda un diritto dei cittadini e delle imprese di Ombriano. Per quale motivo chiudere il presidio di un quartiere così importante, con un numero di operazioni così alto? Qual è la ratio?” La battaglia in sede parlamentare continuerà: giovedì 9 luglio a Roma è previsto il convegno della Cgil sul Piano di riorganizzazione di Poste Italiane; inoltre, nei giorni seguenti Bordo incontrerà il sottosegretario Antonello Giacomelli ed alcuni rappresentanti dell’azienda postale.

 

Uno dei cartelli della manifestazione (foto © Cremaonline.it)

Distribuire il sacrificio

D’accordo con Bordo il sindaco, Stefania Bonaldi: “sembra assurdo che il Pil italiano sia legato all’ufficio di Ombriano, così come è assurdo che la razionalizzazione e la quotazione in borsa di Poste dipendano dal presidio di via Torre. La proposta – chiudere a turno, per 24 ore, gli uffici degli altri quartieri per tenere aperto quello di Ombriano – l’abbiamo avanzata, chiedendo che il sacrificio venga distribuito equamente su tutti gli uffici postali. Peccato non sia stata valorizzata, perché le ripercussioni non riguarderanno solo Ombriano, ma tutta la città di Crema”.

 

Spiragli di speranza

Secondo Tino Arpini, “ci sono degli spiragli di speranza, nonostante la scarsa partecipazione di stamattina. La partita, comunque, è sentita da moltissime persone: ne sono la testimonianza le circa 1400 firme raccolte in poche settimane, di cui 115 con tanto di timbro delle attività produttive del quartiere. Quella di trasferire l’utenza ombrianese all’ufficio dei Sabbioni è una proposta che lascia aperti numerosi problemi, tra cui quello logistico: il presidio sabbionese è alle dipendenze dell’ufficio centrale e non ha un deposito di giacenza delle raccomandate, ciò significa che i residenti di Ombriano dovranno recarsi tutte le volte in centro città”.

 

Rallentare i servizi

La protesta si è infine spostata all’interno dell’ufficio postale di via Cavour, per dimostrare come un piccolo gruppo di utenti possa comunque saturare i locali e gravare sulla fluidità del servizio postale. I manifestanti, prenotandosi, hanno chiesto delucidazioni agli addetti, sotto gli sguardi incuriositi e perplessi di alcuni cittadini in coda agli sportelli. La battaglia per il salvataggio dell’ufficio postale di via Torre proseguirà nei prossimi mesi, sebbene l’afa e il caldo non favoriscano certo le manifestazioni.

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