05-05-2015 ore 13:39 | Politica - Milano
di Gianni Carrolli

Scuola. SeL aderisce alla mobilitazione contro la riforma del Governo Renzi: “futuro prospero solo investendo nell’istruzione”

“Il Governo Renzi, in totale continuità con i governi passati, continua lo smantellamento della scuola pubblica; per questo partecipiamo e sosteniamo attivamente tutte le iniziative messe in campo per contrastare questo mostruoso progetto di demolizione della scuola pubblica, aderendo convintamente allo sciopero generale della scuola”. Così Franco Bordo e Gabriele Piazzoni, rispettivamente deputato e coordinatore provinciale di Sinistra ecologia e libertà.

 

Fermare l’aziendalizzazione

“Dobbiamo essere uniti e compatti – proseguono gli esponenti di SeL – e costruire insieme alle forze sane del nostro Paese una risposta concreta al fine di salvaguardare, valorizzare, rilanciare la scuola italiana. Va fermato, senza se e senza ma, il mostruoso obiettivo di aziendalizzare la scuola, promosso dalla riforma Giannini attraverso il disegno di legge, falsamente denominato La buona scuola. Per far questo dobbiamo costruire una proposta alternativa e condivisa, capace di rilanciare e valorizzare uno dei nostri patrimoni più preziosi, la scuola pubblica”.

 

Le controproposte

“Investire sulla scuola significa investire nel futuro del nostro paese, per questo crediamo sia indispensabile un investimento nella scuola pari al 6% del Pil nazionale, così com'è fondamentale portare l’obbligo scolastico a 18 anni, ripristinare il tempo pieno e il tempo prolungato, costituire classi di non più di 22 alunni, abrogare la riforma Gelmini, finanziare interamente la scuola con soldi pubblici così da evitare la creazione di scuole di serie A e B, garantire la libertà di insegnamento, garantire la laicità dell’istruzione, stabilizzare i precari che ne hanno diritto e costruire un piano straordinario di assunzioni per il personale Ata con la cancellazione dei tagli della Gelmini”.

 

Investire nell’istruzione

“Non si esce dalla crisi, non si può costruire un futuro prospero, senza investire nell’istruzione. Tra l'altro, il Governo non ha fatto alcun passo per ascoltare il grido di dolore che viene dal mondo della scuola, continuando a considerare insegnanti e studenti un peso ed i sindacati come inutili forme di rappresentanza. Per questo siamo dalla parte di lavoratori e lavoratrici e studenti della scuola, che il 5 maggio scendono in sciopero unitario svuotando gli istituti e riempiendo le piazze non solo d’insegnanti e personale tecnico e amministrativo ma anche di studenti, di cittadini e cittadine. Perché la scuola non è solo di chi ci lavora – concludono Bordo e Piazzoni – è la forma della nostra società, è un bene comune”. 

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