04-03-2015 ore 20:58 | Politica - Crema
di Elena Zacchetti

Crema. Passato e presente dell’Isis, dall'Iraq di Al Zarqawi alla nascita del Califfato islamico proclamata da Al Baghdadi

Sulla stampa italiana sentiamo parlare di Isis (o Stato Islamico) dall’estate del 2014. A giugno dell’anno scorso l’Isis ha conquistato moltissimi territori nell’Iraq occidentale, arrivando non troppo lontano da Baghdad, la capitale dell’Iraq. Oggi se ne riparla per i video che mostrano le decapitazioni degli ostaggi occidentali e per l’arrivo dell’Isis in Libia, con grande allarme della maggior parte dei principali giornali italiani. Molti si chiedono da mesi: come è possibile che un gruppo nato dall’oggi al domani sia riuscito a conquistare in così breve tempo un territorio grande come il Belgio (metà della Siria, un terzo dell’Iraq)? Le cose, comunque, non sono andate proprio così.  

 

Quando è nato

L’Isis non nasce l’altro ieri e nemmeno l’estate scorsa esiste da 15 anni sotto forme diverse e con nomi diversi. È stato fondato in Iraq da Abu Musab al Zarqawi, un giordano, all’inizio degli anni Duemila. Ha sempre avuto rapporti difficili ma di collaborazione con al Qaida, l’organizzazione fondata da Osama bin Laden: per un periodo i due gruppi si sono alleati, oggi invece sono grandi nemici.

 

L’ascesa dell’Isis

Due le date che spiegano la rapida avanzata dell’ISIS dell’estate del 2014: la prima è l’aprile del 2013, quando l’ISIS ha cominciato a combattere in Siria dalla parte dei ribelli e contro il regime sciita di Bashar al Assad. All’inizio era formato da pochi miliziani, poi, con il passare dei mesi, ha ottenuto sempre più vittorie militari ed è diventato il gruppo più forte insieme all’esercito siriano. La seconda data è il giugno del 2014, quando il capo dell’Isis, Abu Bakr al Baghdadi, ha proclamato la nascita del Califfato Islamico, ridisegnando il confine tra Iraq e Siria stabilito alla fine della Prima guerra mondiale.

 

L’economia dello Stato islamico

L’Isis è formato da circa 30 mila miliziani (non si hanno numeri precisi, ma stime piuttosto flessibili): moltissimi sono i cosiddetti foreign fighters, i combattenti stranieri che provengono soprattutto da Medio Oriente, Nord Africa e Europa occidentale. L’economia dell’ISIS è basata soprattutto sulla vendita di petrolio e di reperti archeologici, sui riscatti, su un diffuso sistema di tassazione ed estorsioni e su alcune donazioni di privati cittadini (ma non di Stati: nessuno stato al mondo si è alleato con l’ISIS). Lo Stato islamico viene definito il gruppo terroristico più ricco di sempre.

 

L’approdo in Libia

Da qualche settimana l’Isis ha stabilito una sua presenza anche in Libia: si tratta di qualche decina di miliziani, qualche centinaia al massimo, che controllano una parte delle città di Derna e Sirte oltre che operare in altre città libiche. Per il momento è quindi una presenza molto limitata, che sta sfruttando la grossa instabilità politica esistente in Libia dalla caduta dell’ex presidente Mu’ammar Gheddafi: ad oggi, in Libia, ci sono due governi e due parlamenti. Il governo italiano – conclude Elena Zacchetti – ha ripetuto più di una volta che l’allerta rimane alta, ma che non ci sono pericoli imminenti per l’Italia.

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