Secondo il Movimento giovani padani del Cremasco il Partito democratico ha esposto nel territorio dei manifesti ingannevoli per sostenere il Sì al referendum del prossimo 4 dicembre. Perciò “i giovani esponenti della Lega Nord hanno provvisoriamente modificato i manifesti coprendoli con dei fogli di carta esponendo soluzioni diverse a quelle inserite nella riforma costituzionale”.
Slogan fuorvianti e fasulli
“La nostra azione – spiega Giuseppe Carlo Rovida – vuole fare emergere la propaganda ingannevole. I nostri paesi sono stati invasi da manifesti che hanno lo scopo di trarre in inganno gli elettori meno informati con slogan fasulli e fuorvianti. I cartelli elettorali da noi modificati presentano soluzioni diverse da quelle contenute nella riforma costituzionali, soluzioni vere e concrete, attuabili immediatamente senza bisogno di mettere mano alla costituzione”.
Disinformazione
“Non avendo argomentazioni forti per questo referendum – aggiunge Rovida – il Pd utilizza la carta della disinformazione per farsi strada e mascherare il vero intento di questa riforma costituzionale: ridurre le autonomie e allontanare i cittadini dalla scelta politica. Riteniamo vergognoso utilizzare argomentazioni quali la riduzione del costo delle Regioni e dei costi della politica quando basterebbero iniziative come l’adozione dei costi standard della Lombardia ed il dimezzamento degli stipendi dei politici nel parlamento per avere risultati migliori rispetto a quanto previsto dalla riforma”.
I giovani trainano il No
Secondo il coordinatore provinciale dei Giovani Padani Daniel Bressan, “recentemente sono apparsi autorevoli sondaggi dai cui emergeva che l’unica fascia di età in cui il Sì è attualmente in vantaggio è la fascia over 65 anni, per l’appunto i cittadini più soggetti a questo tipo di campagna elettorale. A trainare il No sono i giovani che, avendo accesso a maggiori strumenti di informazione come internet e i social network, riescono ad essere maggiormente informati”. I giovani padani assicurano di aver ripristinato “senza imbrattamenti o danneggiamenti” i cartelli del Partito democratico. Il tutto in ossequio alla “tolleranza democratica e nella correttezza. Correttezza che vorremmo fosse utilizzata anche nelle argomentazioni del Pd”.