03-08-2015 ore 19:30 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Consiglio comunale. Variante al Pgt, depositato l’esposto al Prefetto. Antonio Agazzi: “ho mantenuto la promessa"

A distanza di poco più di due settimane dall’ultimo Consiglio comunale, Antonio Agazzi – capogruppo di Servire il cittadino – ha consegnato un esposto al prefetto di Cremona dal titolo “richiesta urgente di intervento per grave invalidità di seduta consiliare”. Oggetto della lettera (intergale in allegato all’articolo) la diatriba in merito alla seduta del 23 luglio del Consiglio comunale, nella quale la maggioranza ha adottato il pacchetto di misure della variante parziale al Pgt.

 

Questione procedurale

Depositata stamattina, la richiesta d’intervento riguarda le “gravi implicazioni giuridiche” della seduta consiliare, nella quale dopo le dimissioni di Agazzi da vicepresidente del Consiglio il segretario comunale – verificate le preferenze dei consiglieri eletti – ha chiamato Emilio Guerini, il consigliere anziano, a svolgere le funzioni del presidente del Consiglio. Come riassume Agazzi nell’esposto “la seduta del 23 luglio doveva considerarsi sciolta, a seguito delle dimissioni del vicepresidente; la seduta è invece illegittimamente proseguita sotto la presidenza di un soggetto assolutamente incompetente: il consigliere anziano”.

 

Il consigliere anziano

Fatto, questo, “singolare e assolutamente illegittimo”, in quanto solo “quando lo Statuto non dispone diversamente – osserva Agazzi citando il Testo unico degli enti locali – le funzioni vicarie di presidente del Consiglio sono esercitate dal consigliere anziano”. Tuttavia, “lo Statuto del Consiglio comunale di Crema prevede la figura del vicepresidente. Quindi i soggetti legittimamente deputati a espletare le funzioni di convocazione, presidenza ordine ecc. sono due: il presidente e, in su assenza il vicepresidente. Non vi è assolutamente spazio per il consigliere anziano”.

 

La firma sulla delibera

In estrema sintesi, il consigliere anziano può supplire la presidenza “solo in mancanza della previsione di un vicepresidente”. L’esposto è stato sottoscritto dalle tutte le forze dell’opposizione ad esclusione del Movimento 5 Stelle. Agazzi tiene comunque a precisare come “la mia azione non fosse tesa ad impedire che il Consiglio comunale assumesse la deliberazione. Io non volevo che la delibera che avviava tante varianti, tra cui quella in merito alle attrezzature religiose, venisse licenziata con la mia firma. In quanto all’esposto, sono abituato a mantenere le promesse”.

 

Fretta e rabbia

“Fino all’ultimo momento ho pensato di bere l’amaro calice. Condotte le opportune verifiche, ho trovato una soluzione chi mi permettesse di sfilarmi dalla situazione in cui sono stato cacciato: rassegnare le dimissioni. Il mio intento non era fare ostruzionismo. Se il prefetto mi desse ragione, l’adozione della delibera avrebbe conseguenze molto più gravi rispetto al dilazionare la seduta alla settimana successiva, alla presenza del presidente. Avevano fretta, perché conoscevano il calendario delle ferie della maggioranza ed erano arrabbiati; ma si sa, entrambe sono cattive consigliere. Non andasse a buon fine l’esposto – conclude Agazzi – non avrò problemi ad andare al Tar”. 

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