02-08-2015 ore 16:55 | Politica - Crema
di Gianni Carrolli

Crema. Case dell’acqua, secondo Arpini “creano iniquità sociale: i consumi e gli abusi di alcuni saranno pagati da tutti”

“Capisco se fossimo sede di qualche fonte naturale ma quella erogata è l’acqua che corre nei rubinetti di tutte le case, dove ognuno ne può attingere, a piacimento aggiungere gas e porre in frigorifero prima del consumo. Perché un ente che si giustifica continuamente rispetto alle proprie inadempienze con la mancanza di risorse economiche, deve impegnarsi in consumo di suolo, impiantistica di fornitura, controllo di igienicità e ricambio di filtri, consumo elettrico, regolamenti e conseguenti verifiche, impegnare personale per la gestione in iniziative che non gli competerebbero?”

 

Servizio “ingiusto”

Sgorga scetticismo dai commenti di Tino Arpini, consigliere comunale di Solo cose buone per Crema, in merito alle case dell’acqua: “l’iniziativa politica serve ad abbagliare il cittadino, facendogli credere sia frutto della bontà e della generosità di azioni pubbliche che, in maniera subdola, invece, pagherà egli stesso. Anzi, creando iniquità sociale perché i consumi e gli abusi di alcuni, rilevati recentemente, saranno pagati da tutti. Loro la chiamano solidarietà, io la definisco ingiustizia. Confesso di non aver ancora visto nessuna delle due case sul suolo cittadino e mi rendo conto che la mai critica può essere impopolare, visto i volumi degli utilizzi dichiarati dalla stampa ma, in nome della equità sociale, mi sento di sostenerla”.

 

L’introduzione della card

“Era ovvio sin dall’inizio che l’iniziativa si sarebbe prestata all’abuso, come narrano tanti concittadini e come rileva la stampa. Quindi ora l’ente corre ai ripari, inventandosi delle carte prepagate che escludano i non residenti, limitino i prelievi giornalieri e contribuiscano al costo dei consumi. Non si è capito bene se calerà il costo della bolletta di casa, ma pazienza. Certamente il fatto di dover essere titolari di una card, di dover anticipare dei costi, di vedersi giustamente limitare gli abusi, renderanno le case dell’acqua ancor più inutili, rispetto alla possibilità di soddisfare il proprio e controllato fabbisogno di acqua nell’ambito delle mura domestiche. Basta con interferenze pubbliche inutili nella vita dei cittadini – conclude Arpini – altre sono le loro attese”.

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