01-06-2016 ore 20:48 | Politica - Cremona
di Andrea Galvani

Consiglio provinciale. Scuole, prevalgono l'unità ed il buon senso

In consiglio provinciale hanno prevalso il buon senso e l’unità. In estrema sintesi, il progetto Vezzini non è passato e del dimensionamento si continuerà a discutere nelle prossime settimane. Veniamo alla cronaca di quanto accaduto oggi, tra le 18 e le 20.30. Dopo aver chiesto e ottenuto l’inversione dell’ordine del giorno, per non scaldare gli animi e consentire al consesso di procedere con solerzia nel proprio lavoro, come preventivato, sul tema del dimensionamento scolastico si è molto dibattuto. Il presidente del consiglio provinciale Carlo Vezzini – sindaco di Sesto e Uniti che il 5 giugno decadrà dalla carica - vorrebbe tenere unite le sedi di Crema Pandino e Cremona dello Stanga, con dirigenza a Cremona e accorpare in una unica scuola gli istituti cremaschi di liceo Munari e istituto Marazzi. Idea contrastata non solo dai politici cremaschi, ma anche e soprattutto dai docenti e dai dirigenti scolastici – in allegato gli approfondimenti – perché andrebbe a creare grosse difficoltà a tutti i lavoratori della scuola, siano essi cremaschi, casalaschi o cremonesi.


La richiesta di approfondimento

Il sospetto, espresso senza tanti giri di parole, è che Vezzini ed alcuni consiglieri di area cremonese – non tutti – avessero assicurato il salvataggio dell’istituto Stradivari. Sulla questione i consiglieri cremaschi sono risultati molto compatti con Stefania Bonaldi (Crema), Gianluca Savoldi (Moscazzano), Fabio Calvi (Rivolta d’Adda), Pietro Fiori (Castelleone) e Gianni Rossoni (Offanengo); i referenti cremaschi hanno chiesto di rinviare la decisione, di approfondire la questione coinvolgendo tutti i portatori d’interesse, visto che le nuove disposizioni derivanti dalla legge 107 entreranno in vigore nel 2017/2018, sempre che non intervengano altre modifiche. A scanso di equivoci hanno sottolineato che in caso di forzature da parte cremonese, non avrebbero esitato ad impugnare la delibera ricorrendo al Tar.

 

Gli attriti

Arrivati finalmente in aula dopo il lavoro delle varie segreterie per scongiurare lo scontro frontale, non sono mancati gli attriti. Alberto Sisti (Castelvisconti) ha attaccato duramente i colleghi cremaschi e sostenuto che nelle riunioni ufficiali il parere sul progetto Vezzini era stato pressoché unanime anche tra i sindacati. Tesi contestata da Gianni Rossoni; una manciata di giorni fa il sindaco Aldo Casorati ed i dirigenti scolastici cremaschi hanno infatti pubblicamente confutato questa versione dei fatti, denunciando la latitanza dei sindacalisti cremaschi, che sull’argomento non hanno voluto o potuto esprimersi liberamente.

 

Le dichiarazioni di voto

Concluse le dichiarazioni di voto il Consiglio è apparso spaccato in due: cinque contrari – Bonaldi, Rossoni, Fiori, Savoldi, Calvi - cinque favorevoli – Diego Vairani, Andrea Virgilio, Davide Viola, Federico Fasani, Alberto Sisti – un astenuto, Paolo Abruzzi. Va detto che Paolo Tomaselli, consigliere leghista di Dovera, era assente giustificato. In sostanza, dato le dichiarazioni Vezzini si è visto costretto a sospendere i lavori per alcuni minuti, preferendo non esprimersi. Alla ripresa della seduta ha presentato un atto di indirizzo con la richiesta di mantenere unito lo Stanga, sanare la posizione della scuola di liuteria, rivedere le aggregazioni di Munari e Marazzi. Incassata la maggioranza ma il voto contrario dei cremaschi, tornerà in Consiglio, probabilmente arricchita di contenuti, possibilmente condivisi.

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