31-08-2015 ore 13:13 | Economia - Associazioni
di Gianni Carrolli

Quote latte. La protesta degli agricoltori contro la crisi del comparto. Copagri: “vigliacca la mossa del Governo”

Non si placca la protesta del comparto zootecnico in merito alle quote latte. Non usa mezzi termini Copagri Lombardia, ce definisce la situazione una “rapina”. Come spiega la confedera zie dei produttori, “a fronte di 30 milioni di euro di prelievo supplementare imputato da Bruxelles, gli agricoltori italiani sono chiamati a rispondere per più di 100 milioni di euro al Governo italiano, che con questa abile mossa incassa più di 70 milioni di euro, a spese delle aziende italiane”.

 

Mossa “vigliacca”

Secondo Copagri “dopo aver lasciato la gestione del prezzo del latte alla stalla nelle mani dell’oligopolio delle grandi industrie, che ormai di italiano non hanno più nulla se non il nome e da anni costringono gli allevatori a produrre sottocosto, paradossale e “vigliacca” risulta essere a nostro avviso la mossa del Governo italiano, in particolar modo del Ministro Martina, che sfruttando l’ultima campagna delle quote latte cerca di fare cassa chiedendo il triplo degli importi eventualmente dovuti alla Comunità Europea”.

 

Lodi, un momento del presidio

Proteste e presidi

Per questo il 27 agosto migliaia di agricoltori sono scesi in manifestazione. Alla protesta contro la crisi del comparto agricolo hanno preso parte i produttori di Copagri Cremona e Lodi, manifestando presso il casello autostradale di Lodi. Dalle ore 10 alle ore 18 numerosi i presidi che si sono svolti in varie zone della Lombardia: presso i caselli autostradali di Bergamo, Brescia-Centro, Lodi, Mantova Sud e Milano Agrate, dove gli allevatori hanno distribuito migliaia di litri di latte e volantini informativi.

 

Leggi deleterie

Rispetto al Made in Italy, “il Governo – lamenta Copagri Lombardia – accetta e sottoscrive leggi che arrivano dall'Europa che sono deleterie per gli allevamenti di suini Italiani, senza preoccuparsi né della nostra economia, né della salute del consumatore. Gli allevamenti italiani, soffocati dagli elevati costi legati al sistema della qualità della produzione, del benessere animale e della tutela dell’ambiente, devono confrontarsi con il prezzo “stracciato” delle carni di provenienza estera e di dubbia qualità”. A fronte del perdurare della situazione di crisi, il comparto zootecnico e lattiero-caseario ha chiesto un incontro al premier Matteo Renzi

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