31-01-2018 ore 15:45 | Economia - Associazioni
di Ilaria Bosi

Mal’aria, nel report di Legambiente nessuno fa peggio di Cremona. Le possibili soluzioni

“Su tutta la Lombardia tira la solita irrespirabile Mal’aria, mitigata solo dalla variabilità meteorologica”. Secondo Legambiente “i dati sull’inquinamento dimostrano il fallimento del protocollo aria delle regioni padane ed il ministro Galletti è chiamato a rendere conto a Bruxelles”. Sugli 83 aderenti al Piano regionale degli interventi per la qualità dell’aria come previsto da Regione Lombardia, 37 sono Comuni con più di 30 mila abitanti e 46 hanno aderito su base volontaria.

 

Finanziamenti ministeriali assenti

“Risanare l'aria richiede investimenti, che non ci sono” commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia: “Basta confrontare la somma di finanziamenti ministeriali previsti dall'accordo per la Lombardia. Ovvero 4 milioni di euro per incentivi alla sostituzione di veicoli inquinanti e investimenti delle aziende agricole per il contenimento delle emissioni da stoccaggio e impiego di liquami zootecnici, con lo stanziamento statale ad Anas per realizzare il nuovo collegamento Vigevano-Malpensa. Nulla rispetto a quelle che si dovranno pagare in forma di sanzioni per non avere adempiuto agli obblighi di risanamento imposti dalla direttiva europea».

 

Cremona la peggiore di tutte

Confrontando le città che hanno superato i limiti per le polveri sottili e per l’ozono troposferico nel 2017, la classifica vede la città di Cremona prima in questa drammatica lista con ben 178 giorni di inquinamento rilevato (105 per le polveri sottili e 73 per l’ozono); Pavia 167, Lodi, Mantova e Monza seguono a pari giornate con 164 giorni di inquinamento totale, Milano con 161 si posiziona a breve distanza.


I blocchi delle auto

Il blocco temporaneo delle auto private diesel (in Lombardia fino agli euro4) nei giorni d'emergenza è stato attuato per la prima volta il 19 di ottobre. Hanno influito marginalmente sulla qualità dell'aria dell’intera pianura padana perché sono stati seriamente attuati da pochi comuni contemporaneamente, ma hanno avuto conseguenze rilevanti sull'andamento del mercato automobilistico nazionale. Sino a settembre le vendite di nuove auto diesel in Italia stavano crescendo del 8,5% rispetto al 2016, mentre a novembre sono scese dello 0,1% e a dicembre del 7,5%.

 

Le richieste ai candidati

Stop agli investimenti per strade e autostrade, trasferendo risorse al potenziamento del trasporto pubblico e locale e all’infrastrutturazione elettrica. Messa al bando dei diesel e strategia a tappe per una Lombardia libera da diesel entro il 2025. Conversione del parco circolante verso la trazione elettrica, implementazione mobilità ciclo-pedonale, potenziamento dei controlli su emissioni auto, caldaie e edifici. Riqualificazione degli edifici pubblici e privati. Ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città, creando zone 30 e ampie aree pedonali. Aumentare il verde urbano ridurre le emissioni dal comparto agricolo e zootecnico.

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