30-11-2015 ore 11:37 | Economia - Mercati
di Enrico Tupone

Investimenti, la Cina punta sull’Italia. L’apertura al mercato nazionale e l’insediamento degli istituti di credito

Nel 2014 l’Italia è stata seconda solo al Regno Unito nella classifica degli investimenti cinesi, come dimostrano i quasi 3 miliardi di euro investiti nel nostro paese. E sono i gioielli dell’industria italiana ad essere nel mirino degli investitori cinesi che hanno puntato prevalentemente su industria, energia, infrastrutture, telecomunicazioni, come ad esempio Terna e Snam o Ansaldo e Finmeccanica. Per non parlare degli investimenti minoritari in una lunga serie di società quotate: Eni, Enel, Fca, Telecom Italia, Prysmian, Generali.

 

L’arrivo delle banche
Un segnale che si denota come una manifestazione di fiducia nel nostro paese ma anche come un segnale di debolezza del nostro sistema imprenditoriale. Ed ora è arrivato il momento delle banche. Dopo l’insediamento di Bank of China, presente dal 1999 a Roma e Milano, e di Industrial & commercial bank of China (Icbc), stabilitasi invece per la prima volta in Lombardia nel 2011, si stanno affacciando sul mercato italiano la China Construction Bank e la Agricultural bank of China.

 

L’apertura al mercato nazionale
Sino ad ora le banche cinesi sono state alla finestra operando prevalentemente con clientela cinese in Italia ma adesso stanno iniziando ad aprirsi al mercato, rivolgendo la loro attenzione a imprenditori che vogliono aprire attività in Cina e nei paesi asiatici. Un’altra occasione d’investimento potrebbe presentarsi con l’acquisizione diretta di una media banca italiana, investimento che spalancherebbe le porte ai servizi rétail per le famiglie. Una realtà con cui sarà necessario confrontarsi ed una presenza a cui sarà necessario dare il giusto ruolo nel governo dell’economia europea e mondiale.

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