30-01-2016 ore 09:21 | Economia - Sindacati
di Angelo Tagliani

Camere di Commercio, a rischio 3 mila posti di lavoro. Lavoratori in stato di agitazione

"Continuare ad assicurare i servizi sin qui prestati al tessuto economico ed imprenditoriale, continuare a sostenere la competitività del territorio, salvaguardare l’occupazione e la professionalità dei dipendenti camerali”. Sono queste le istanze dei lavoratori della Camera di Commercio di Cremona, in stato di agitazione per l’imminente varo del decreto legislativo di riordino del sistema delle Camere di Commercio, che porterebbe la sede di Cremona alla fusione ed al trasferimento a Mantova.

 

Legge delega

Le Rsu della Camera di commercio cremonese sostengono che il decreto governativo sia in contrasto con la legge delega approvata a metà 2015, “che doveva garantire i livelli occupazionali, prevede ora un forte ridimensionamento delle funzioni degli enti camerali e un taglio consistente del personale, oltre a ribadire la necessità, per le Camere che non raggiungono la soglia delle 75 mila imprese iscritte, come la nostra, di accorpamenti con altre realtà territoriali”.

 

Semplificazione e nuove tecnologie

“Se venisse confermato il testo della bozza in circolazione, il decreto comporterebbe, di fatto, un brusco stop a una serie di servizi e di azioni a sostegno delle imprese, dei cittadini e della competitività dei territori, senza portare nessun beneficio reale alle risorse dello Stato. Le Camere di Commercio si autofinanziano e non chiedono contributi allo Stato, ma da anni utilizzano i costi standard e costituiscono, secondo un’indagine della CGIA di Mestre del 2014, un esempio di efficienza, facendo della semplificazione e delle nuove tecnologie una delle principali linee di azione, nell’ottica di promuovere tutto ciò che semplifica la vita degli imprenditori”.

 

Efficienza

In particolare la Camera di Commercio di Cremona è fra le più efficienti d’Italia, restituendo al territorio il 78% delle risorse derivanti dall’introito del diritto annuo, contro una media nazionale che si assesta sul 60%. “Internazionalizzazione, innovazione, sostegno al credito, formazione, sostegno alla cultura, alle università e alle infrastrutture del territorio, fra cui la Fiera di Cremona - tutte fondamentali leve di competitività - sono fra le attività che caratterizzano l’operato della Camera di Commercio di Cremona”. Come ribadiscono le Rsu si tratta di “funzioni svolte con competenza dai dipendenti camerali, che possono vantare tassi di assenza dal lavoro estremamente bassi e una professionalità di eccellenza nel panorama della pubblica amministrazione”.

 

Tre mila esuberi

A livello nazionale la riforma governativa prevede almeno 3 mila esuberi: i dipendenti camerali si oppongono con forza al provvedimento, decretando lo stato di agitazione in tutta Italia. L'accorpamento delle Camere di commercio, concludono, “priverebbe le piccole e medie imprese, che rappresentano la quasi totalità del tessuto economico provinciale, dell’assistenza e del sostegno sempre assicurato, costringendole a rivolgersi al mercato con costi inevitabilmente maggiorati”. Non solo: “bloccherà il sostegno alla valorizzazione del territorio e comporta un assurdo spreco di competenze e di capacità operative fin qui assicurate dal personale camerale”.

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