29-09-2014 ore 10:54 | Economia - Sindacati
di Angelo Tagliani

Crema. Fondazione Benefattori, l'uso della 104 e “i vergognosi risvolti nel licenziamento senza preavviso di una lavoratrice”

“Il licenziamento della lavoratrice della Fondazione Benefattori Cremaschi è un provvedimento eccessivo con risvolti vergognosi”. Ne è convinto Beppe Bettenzoli, dell'Unione sindacale di base, che nei giorni scorsi ha distribuito un volantino all'ingresso dell'istituto di via Kennedy per fare luce sulla vicenda.

 

Licenziamento senza preavviso

“La lavoratrice è stata licenziata senza preavviso e con effetto immediato per aver impropriamente utilizzato un permesso della legge 104/92, andando a ballare. Lo scorso 2 settembre – sottolinea Bettenzoli – ho assistito la dipendente davanti all'ufficio per i procedimenti disciplinari (dottor Foina e dottoressa Dedè) e come Usb ho presentato una memoria/denuncia scritta per violazione della privacy, mentre la dipendente ha presentato le controdeduzioni in forma scritta”.

 

L'assistenza continuativa

“La lavoratrice – sottolinea l'esponente sindacale – non ha mai ricevuto prima di questa incresciosa vicenda, contestazioni o avvertimenti, orali o scritti, sull'uso improprio dei permessi previsti dalla legge 104. La lavoratrice ha prestato e presta una assistenza continuativa, adeguata e sistematica ai due genitori anziani. La Corte d'Appello di Torino, il 9 gennaio 2014, con sentenza 35, ha stabilito che non è illegittimo il comportamento del lavoratore che, nel periodo per la fruizione dei permessi della legge 104, svolga attività diverse dall'accudimento del disabile, quando risulta in ogni caso provata la prestazione di un'assistenza continuativa in favore del disabile”.

 

Le soffiate ai giornali

“La cosa vergognosa della vicenda – spiega Bettenzoli – è la gogna mediatica alla quale hanno contribuito ipotetica 'dipendenti onesti' che sono arrivati a chiedere il licenziamento e la denuncia di una loro collega. I giornali hanno ricevuto soffiate da persone interne alla Fondazione, che sono tenute alla riservatezza ed alla tutela della privacy, dando in pasto alla stampa famelica dati sensibili e cose false”.

 

Il ricorso e la solidarietà

“Che dire poi – conclude Bettenzoli – di un nuovo Consiglio che decide di usare la mannaia nei confronti di una lavoratrice, senza che ci siano precedenti? Attendiamo di vedere la stessa severità quando dovranno decidere se confermare o meno certe consulenze onerose. Come Usb sosteniamo la lavoratrice nel ricorso contro il licenziamento, confidando nel fatto che ci siano lavoratori e lavoratrici che si dissocino apertamente dall'operato della direzione e del consiglio di amministrazione”.

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