26-10-2016 ore 16:31 | Economia - Associazioni
di Gianni Carrolli

Assocamerestero. Presentata l'indagine sulle aziende italiane internazionalizzate

È stato presentato alla venticinquesima Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero lo studio Internazionalizzazione e servizi delle CCIE: la voce delle imprese (report in allegato). Realizzato da Assocamerestero rielaborando i dati dell’indagine Doxa del 2015, rileva che “la metà delle aziende internazionalizzate che ricorre alle camere di commercio italiane all’estero opera nel manifatturiero; delle aziende che invece intendono affrontare l’estero nei prossimi tre anni e lo farebbero utilizzando le Ccie, il 44,4% appartiene al settore del commercio”.

 

Target delle aziende

Più nello specifico, “quasi la metà delle imprese è presente contemporaneamente in 3-5 paesi, cui si aggiunge un ulteriore 11,5% di imprese che si posizionano su 6-10 mercati. Per quanto riguarda, invece, l’apertura verso i mercati esteri, nel 76,6% dei casi le Pmi che ricorrono alle Ccie hanno un rapporto continuativo con i mercati internazionali e il 72,3% delle stesse svolge attività al di fuori dei confini nazionali da almeno quattro anni. Inoltre, con riferimento alle aree di interesse, a parità di altre condizioni, le imprese che utilizzano le camere di commercio italiane all’estero considerano prioritari per lo sviluppo della loro attività i mercati extra-Ue (72% delle aziende) sebbene l’Ue a 28 resti l’area in cui operano prevalentemente (oltre 80% dei casi)”.

 

Le determinanti principali

Per quanto concerne le motivazioni all’internazionalizzazione, le spiegazioni sono molteplici: “Tra le cause esterne più rilevanti vi è l’individuazione di un contesto più favorevole rispetto al mercato interno per lo sviluppo della propria attività; la disponibilità di agevolazioni e finanziamenti (45% delle aziende) presenti all’estero ed una regolamentazione più business friendly (38%). Tra i fattori di tipo endogeno risultano, invece, concause più strettamente legate alla crescita dell’azienda, quali l’identificazione di segmenti di mercato in cui la domanda di prodotti italiani è elevata (37,6%) e l’accesso ad un know-how specializzato e qualificato (37,%)”.

 

Il ruolo delle Camere

“Questi dati devono far riflettere – afferma Giandomenico Auricchio, presidente Assocamerestero – è importante che un’impresa quando decide di puntare sull’export, definisca una strategia sul medio-lungo periodo che le consenta di operare in modo efficace sui mercati esteri. Per far ciò ha bisogno di avvalersi di partner qualificati ed affidabili che la accompagnino nel delicato e complesso processo di internazionalizzazione, indirizzandola con azioni ed interventi mirati. In tale contesto, l’essere una comunità di imprese al servizio di altre imprese, la capacità di lavorare a livello multilaterale su 54 mercati e di creare relazioni stabili e durature con controparti locali, rappresentano il valore aggiunto della nostra rete, che offriamo a tutto vantaggio dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese”.

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