26-05-2015 ore 14:40 | Economia - Associazioni
di Ilaria Bosi

Cremona-Mantova, gli agricoltori: “Ora basta, liberate i nostri terreni dal cappio dell’autostrada fantasma”

“Scongelate” quei terreni. Da dieci anni centinaia di ettari di campi sono bloccati dal vincolo di pubblica utilità per il progetto di una nuova autostrada fra Cremona e Mantova lungo un tracciato di 60 chilometri che andrebbe a colpire 230 aziende agricole fra le due province (170 nel Mantovano e il resto nel Cremonese). Il tutto in una regione come la Lombardia – dice Coldiretti – che in vent’anni ha visto diminuire del 25% il suolo agricolo sceso sotto il milione di ettari, mentre le aree urbanizzate sono aumentate del 235%".

 

La liberazione dei terreni

“Questa vicenda è l’ennesimo esempio di come in Italia le cose non funzionano come dovrebbero – spiegano Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona e Paolo Carra, presidente di Coldiretti Mantova – i nostri agricoltori, senza poter fare nulla, si sono visti bloccare i terreni per dieci anni per ragioni di pubblica utilità, anzi, forse sarebbe meglio dire di pubblica inutilità. E adesso che i termini sono scaduti nessuno ha ancora restituito loro la piena agibilità dei campi. Se uno vuole ingrandire l’azienda non può per colpa di quell’autostrada fantasma. Adesso basta”. Per questo è stato presentato un ricorso al Tar e si è chiesto ai 25 comuni coinvolti (10 mantovani e 15 cremonesi) di decidere la “liberazione” dei terreni, senza attendere oltre. 

 

Infrastrutture lombarde

“Anche perché in tempi di vacche magre come queste – spiegano i due presidenti provinciali di Coldiretti – ci domandiamo dove si vanno a recuperare le risorse finanziarie necessarie per la costruzione dell’opera. E poi siamo sicuri che serva veramente? Altre opere presentate in pompa magna hanno poi dimostrato di non essere così utilizzate”. Intanto Regione Lombardia ha confermato di ritenere strategiche le infrastrutture stradali lombarde mentre ieri a Mantova il ministro Graziano Delrio ha dichiarato: “Discuteremo di ogni opera, che va decisa sulla base di dati oggettivi, della reale utilità per i territori, dei flussi di traffico, dei costi per la collettività”.

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