24-12-2015 ore 12:58 | Economia - Sindacati
di Paolo Carelli

Metalmeccanici. Incontro a Roma per il rinnovo dei contratti. La Cisl contesta l'aumento salariale per pochi lavoratori

Nei giorni scorsi si è svolto a Roma un delicato incontro per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, in scadenza il 31 dicembre 2015. Durante il tavolo, la parte datoriale rappresentata da Federmeccanica ha ribadito la propria proposta complessiva sia sul versante salariale che su quello normativo. Secondo Omar Cattaneo, segretario della Fim-Cisl Asse del Po (Cremona-Lodi-Mantova), non sono previsti aumenti salariali per il 2016, mentre si parla di una quota di 37,31 euro in più per l'anno successivo con un beneficio economico che vale tuttavia solo per chi ha un salario individuale inferiore a quello di garanzia fissato.

 

Inquadramento professionale e assistenza sanitaria

Per quanto riguarda l'inquadramento professionale, si è stabilito l'impegno a ridefinire entro il 2016 alcuni aspetti quali la polivalenza e la polifunzionalità, l'intreccio tra operai e impiegati, alcuni criteri di inserimento e mobilità; sul versante dell'assistenza sanitaria, invece, si garantisce un costo totale di 156 € coperto interamente dalle aziende con relativo aumento delle prestazioni e possibilità di estensione ai famigliari

 

Formazione 

Un nodo intricato è quello della formazione: si prevede l'introduzione del diritto soggettivo pari a 24 ore retribuite di formazione in un triennio, superando la disciplina delle 150 ore e l'introduzione di un contributo dello 0,30% a carico dell’azienda ulteriore e distinto dall’accantonamento attuale per Fondimpresa. Il contributo medio è di circa del 104 euro annui. Sono previsti ulteriori interventi formativi sulla riqualificazione, sul diritto allo studio e sull’apprendistato.

 

La protesta della Cisl

A livello nazionale, la Cisl come altri sindacati, contesta soprattutto la possibilità che a usufruire dell'aumento salariale sia una quota ridotta dei lavoratori metalmeccanici, pari a circa il 5% dell'intera forza-lavoro. "Siamo il paese con i salari più bassi - si legge in un comunicato stampa condiviso anche dalla segreteria cremonese - ed è attraverso un aumento che passa una delle leve per recuperare la produttività. Valutiamo positivamente alcuni aspetti di welfare, ma non accettiamo logiche del 'prendere o lasciare' in blocco; per noi è necessario aprire subito un negoziato sui singoli temi senza perdere ulteriore tempo in continui rinvii".

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