18-04-2024 ore 11:44 | polocosmesi
di Giovanni Colombi

Polo della Cosmesi. Integratori e cosmeceutici: un business promettente

Integratori & co. sono davvero un business su cui investire? A guardare i dati parrebbe proprio di sì, considerando che l'Italia, con un giro d'affari che varrà 5 Mrd nel 2025, rappresenta il primo mercato in Europa e che il comparto negli ultimi anni è sempre più nel mirino di fondi e società di investimento. Per non parlare delle celebrity che, dopo i cosmetici, vedono negli integratori un business sul quale investire. Opportunità da cogliere o grande bluff? Ecco cosa ci ha raccontato Valeria Novellini, analista de Il Sole 24 Ore (per scaricare il Report Cosmetica aggiornato cliccare qui) che da anni segue con attenzione questo mercato.

 

Integratori, nuticosmetici & co.

Solo tredici vitamine sono assimilabili dall’organismo umano (A, C, D, E, K e le otto del gruppo B). E sono una dozzina i sali minerali indispensabili per la salute: la carenza di ferro, rame, zinco, fluoro, iodio, selenio, cromo e cobalto può causare effetti negativi anche gravi, mentre manganese, silicio, nichel e vanadio sono considerati “probabilmente essenziali” dalla scienza medica. Ma gli integratori alimentari in commercio sono oltre 85.000. L’Italia rappresenta il principale mercato degli integratori in Europa, un quinto del totale complessivo, e ci si attende che raggiunga un controvalore di quasi 5 miliardi nel 2025. Secondo l’associazione di categoria degli integratori alimentari, Integratori & Salute, nel nostro Paese nel 2023 ne sono state vendute 200 milioni di confezioni per un controvalore di 3,5 miliardi (dati Newline riferiti al canale Farmacia). Ma se in gran parte questi prodotti vengono acquistati per sostenere la salute gastrointestinale, le ossa e le articolazioni e le funzioni immunitarie, non vanno dimenticati gli “effetti collaterali”, in questo caso positivi: i cosiddetti “nutricosmetici” sono integratori che consentono di rafforzare capelli, pelle e unghie. Si tratta in particolare di derivati della vitamina A (migliorano la salute di pelle e mucose), delle vitamine C (stimola la formazione di collagene e tessuto connettivo, favorisce la rigenerazione della pelle e protegge dai raggi UV dannosi) ed E (agisce anch’essa contro i raggi UV dannosi e favorisce la protezione della membrana cellulare), dell’acido gamma-linoleico (aiuta a regolare la secrezione di sebo) e del beta-carotene (neutralizza i radicali liberi e favorisce la protezione della membrana cellulare). Così, non si può definire “in assoluto” un integratore come “solo salutare” o “solo cosmetico”, in quanto in genere svolge entrambe le funzioni. Sempre secondo Integratori & Salute, nel 2023 sono state vendute 14 milioni di confezioni di sali minerali e 13,1 milioni di vitamine: quest’ultima categoria ha visto balzare le vendite del 157% dal 2013 (+60% nel medesimo periodo per tutte le categorie di integratori nel loro complesso). E non sono solo venduti in farmacia: l’associazione delle realtà di vendita diretta Avedisco ha anch’essa sottolineato che nell’ultimo decennio il fatturato degli integratori alimentari per le aziende associate, è passato da 153 a 366 milioni e che le società attive in questo settore sono passate da 11 a 23.

 

Piatto ricco … mi ci ficco

Sempre Integratori & Salute ha condotto un’indagine sulle percezioni dei Millennials italiani nei confronti degli integratori alimentari. Ben 7 su 10 li hanno utilizzati negli ultimi 12 mesi e l’80% almeno una volta nella vita; ed il 20% del totale li acquista specificamente per rinforzare capelli, pelle e unghie. Non stupirà così che anche le celebrities abbiano lanciato proprie linee di integratori: tra queste Ellen Pompeo, Cindy Crawford, Naomi Watts, Gwyneth Paltrow e, last but not least, l’artista e performer serba d’avanguardia Marina Abramovic che ha da poco presentato il suo brand “Marina Abramović Longevity Method”, che include una lozione viso idratante e illuminante a base di vitamina C e acido ialuronico e tre integratori in gocce: Energy, Immune e Anti-Allergy, ad alta concentrazione di attivi antiossidanti naturali. I prodotti sono stati ideati con l’assistenza dell’esperta austriaca di medicina olistica Nonna Brenner.

 

Affidarsi a società di investimento o quotarsi in borsa?

Ma anche senza far ricorso a nomi “illustri”, il mercato degli integratori è in piena espansione. E per sostenerne la crescita alcune aziende sono approdate al mercato borsistico. La prima è stata PharmaNutra (debutto il 18 luglio 2017), seguita da Kolinpharma (9 marzo 2018), Fine Foods NTM (1° ottobre 2018 a seguito della “business combination” con Innova Italy), Shedir Pharma Group (23 luglio 2019), Labomar (5 ottobre 2020) e Laboratorio Farmaceutico Erfo (29 giugno 2022). Tutte queste quotazioni hanno avuto luogo al mercato AIM Italia (oggi Euronext Growth Milan), destinato alle piccole e medie imprese. Ma se PharmaNutra e Fine Foods NTM hanno in seguito fatto il “salto di qualità” al mercato principale Euronext Milan (la prima dal 15 dicembre 2020 e la seconda dal 12 luglio 2021, entrambe nel Segmento Titoli Alti Requisiti), prima Labomar e poi Kolinpharma hanno invece abbandonato volontariamente il mercato azionario Euronext Growth Milan rispettivamente il 6 e il 27 settembre 2023. Questo non per mancanza di risultati positivi, tutt’altro. Nel primo semestre 2023 (ultimi dati disponibili) Labomar ha visto balzare i ricavi del 27,8% a 53,4 milioni e Kolinpharma del 17,3% a 6,7 milioni. Ma entrambe le società hanno preferito rivolgersi a fondi di private equity per supportare le strategie di crescita (rispettivamente Charterhouse e Hyle Capital Partners). Avranno avuto ragione? I dati 2023 di chi ha continuato a credere nella Borsa sembrano dire il contrario. Nel 2023 PharmaNutra ha visto salire i ricavi del 21,1% a 100,2 milioni, con un ebitda in aumento dell’8,7% a 26,5 milioni e un utile netto (escluse le componenti non ricorrenti) pari a 15,5 milioni (+2,7%). Fine Foods NTM (che è fra l’altro terzista per alcuni prodotti di PharmaNutra) ha visto aumentare i ricavi del 21,7% a 251,8 milioni e l’ebitda è balzato del 44,5% a 22,3 milioni; l’ebit è tornato in positivo per 1,1 milioni e la perdita netta (dovuta all’incidenza finanziaria e fiscale) è scesa del 62,9% a 3,5 milioni. Laboratorio Farmaceutico Erfo, con un giro d’affari in aumento del 23% a 6,18 milioni, ha evidenziato un ebitda stabile a 1,6 milioni così come l’utile netto, che è ammontato a 0,6 milioni. Le tre società remunereranno gli azionisti, rispettivamente con un dividendo di 0,85, 0,12 e 0,064 euro per azione. Infine Shedir Pharma ha evidenziato un aumento del giro d’affari del 10,3% a 60,2 milioni, l’ebitda è salito del 9,6% a 12,4 milioni e l’utile netto si è attestato a 5,7 milioni (-3,4%) sempre per una maggiore incidenza finanziaria e fiscale. Il grande pubblico richiede sempre di più cosmetici a connotazione “naturale e sostenibile” con ingredienti green, bio, naturali e preferibilmente vegetali (+7,2% a 3,1 miliardi stimati nel 2023 da Cosmetica Italia), e di questo trend ormai inarrestabile fanno indubbiamente parte anche i nutricosmetici, ovvero “la cosmesi che si mangia”.

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