13-04-2024 ore 11:33 | Economia - Mercati
di Giulia Tosoni

Morti e infortuni sul lavoro. Come diminuire i numeri e creare una cultura della sicurezza

“Il lavoro non dovrebbe significare perdere la propria vita. Morire per lavorare è tutto il contrario di ciò che dovrebbe avvenire”. Con questa premessa Paride Spinelli, fondatore dell’associazione culturale Polytropos ha aperto il primo appuntamento del Festival della sicurezza. Mercoledì scorso, in sala Pietro da Cemmo, per il convegno intitolato “La sicurezza sul lavoro: ieri, oggi e domani” sono intervenuti il presidente dell’associazione Industriali di Cremona Stefano Allegri, il presidente di Lhs Filippo Abbà, il vice presidente del consiglio regionale lombardo Emilio Del Bono e l’ex presidente Inail Franco Bettoni. Infortuni sui posti di lavoro e cultura della sicurezza, questi sono stati gli argomenti, di estrema attualità, affrontati durante l’incontro. 

 

Diminuire gli incidenti sul lavoro

“Attualmente non ci rendiamo conto di cosa significa morire sul lavoro – ha introdotto Paride Spinelli – in Italia nel 2023 i morti sono stati 1.500, 2 milioni nel mondo. Ogni giorno, donne e uomini escono di casa per recarsi al lavoro senza farne più ritorno. Dobbiamo provare a salvarsi. Da questa esigenza è nato il Festival, che condivide la campagna “Obiettivo 18” dell’agenda 2030 dell’Onu, concentrata sul diminuire del 50 per cento gli incidenti mortali sul lavoro”. Prima che gli ospiti iniziassero i propri interventi, è salito sul palco il sindaco Fabio Bergamaschi per portare i saluti istituzionali. “Creare e accrescere la cultura della sicurezza sul lavoro è importante per un centro cittadino come il nostro”.

 

Le azioni concrete delle imprese

Il primo ospite ad intervenire è stato Filippo Abbà. Ha illustrato le varie attività della fondazione Lhs, nata su iniziativa di Saipem, studiate per migliorare le condizioni e la sicurezza sul lavoro. “Nella nostra azienda usiamo strumenti nuovi che colpiscono i lavoratori dal punto di vista emotivo. Nel corso del tempo abbiamo prodotto e proposto film e spettacoli sul tema che hanno riscontrato un enorme successo”. Il presidente Allegri ha invece dato voce al mondo produttivo. “È frustrante lavorare per garantire la sicurezza dei propri dipendenti, perché si continua ad agire con una normativa sempre più stringente per le aziende e le imprese. Lavorare mettendo in sicurezza le persone significa banalmente lavorare. È necessario intervenire su chi non rispetta i regolamenti sulla sicurezza”.

 

Creare la cultura della sicurezza

Emilio Del Bono, che è stato tra gli autori del decreto 81, si è focalizzato sulla stesura della legge delega in materia si sicurezza: “L’infortunio solitamente accade dove c’è una situazione di fragilità organizzativa dell’azienda. Serve agire non contro l’impresa, bensì con e per l’impresa. Gli infortuni denunciati nel 2008, con l’introduzione del decreto, sono stati 874.940 contro i 585.356 del 2023. La legge non è stata efficace nel corso degli anni, ha visto un rallentamento, per questo motivo è tutt’ora necessario metterci mano”. A fare le conclusioni ci ha pensato Franco Bettoni. “Il lavoro fatto è stato tanto, ma tanto va ancora fatto per la sicurezza. Serve creare una cultura sul tema a partire dalle scuole. Se non partiamo dai giovani e dalla loro educazione abbiamo perso in partenza”.

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